Nell'opinione comune un governo tecnico è composto da
personalità eccellenti nell'arte della gestione dello Stato,
dall'Economia alle Finanze, dalla gestione degli apparati (Esercito,
Polizia ecc) all'Istruzione.
Questa opinione è
artefatta, e facilmente "smontabile": in tutti i governi
sono previste personalità "tecniche" nei ruoli più
delicati: quasi sempre il ministro dell'economia è un economista, il
ministro delle finanze è un dottore in scienza delle finanze, il
ministro della giustizia è un dottore in giurisprudenza ecc. In
questo senso, uno dei governi più "tecnici" sarebbe stato il
governo Mussolini, che annoverò docenti di scienze della finanza
(come De Stefani) al ministero delle finanze, economisti di
prim'ordine (come ad esempio Beneduce) alla gestione dell'economia
nazionale, uno dei massimi filosofi contemporanei (Gentile)
all'istruzione, e uno dei massimi giuristi italiani dell'epoca
(Acerbo) alla giustizia eccetera.
A questo ragionamento si
potrebbe obiettare descrivendo la seconda, presunta, caratteristica
dei governi cosiddetti "tecnici": essi sarebbero composti
da personalità non allineate direttamente alla politica, e il loro
incarico sarebbe vincolato soltanto al mettere "in sesto"
lo Stato da una crisi.
Anche questa è una
menzogna: così come TUTTO è politica, tutto fa riferimento ad un
preciso disegno politico, a prescindere da quanto chiara sia questa
idea nella mente di chi agisce. In sostanza, siamo tutti suscettibili
di concorrere al perseguimento di un'idea del mondo, e la scelta che
dobbiamo fare è se stare fermi e subirla, se concorrervi
inconsapevolmente, o se essere parte attiva. Se questo vale per
qualuque persona sulla faccia della terra, figuriamoci per un
governo: non ha senso pensare che un ministro faccia delle scelte "in
buona fede". La politica conosce soltanto l'ATTO POLITICO e le
CONSEGUENZE POLITICHE di quell'atto.
Nessun governo quindi ha un valore politico neutro. Ognuno di questi
viene nominato grazie a pressioni esercitate da determinate forze,
e si poggia sul supporto delle medesime, o dei loro referenti. Nel
caso di un governo tecnico, chi lo "sponsorizza" è una
forza TECNOCRATE. La tecnocrazia è tutt'altro che un sistema
politico neutro. Al contrario è il dominio di una
civiltà nella quale l'uomo è parte di un meccanismo automatico e
disumanizzante: egli E' quello che HA "meno" quello che è
disposto a SACRIFICARE. Una civiltà "al ribasso" basata
sulla concorrenza, sull'arricchimento ad ogni costo, sulla
precarietà, nella quale l'unico valore è l'interesse. Le forze che
spingono verso la tecnocrazia promuovono governi tecnici, che si
occupino di togliere agli uomini l'ultima loro tutela di fronte alla
schiavitù universale: il loro essere cittadini di uno stato, ovvero
legati da un valore spirituale (non mercificabile) ad una comunità
organica di destino.
La nostra lotta è quindi
per la tutela delle prerogative del nostro Stato perchè senza di
esso il popolo non solo non ha le risorse per opporsi al suo
annientamento, ma non è neanche capace di definirsi come tale.
Francesco
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