domenica 9 dicembre 2012

Il Governo Tecnico: al di là dei luoghi comuni



Nell'opinione comune un governo tecnico è composto da personalità eccellenti nell'arte della gestione dello Stato, dall'Economia alle Finanze, dalla gestione degli apparati (Esercito, Polizia ecc) all'Istruzione.

Questa opinione è artefatta, e facilmente "smontabile": in tutti i governi sono previste personalità "tecniche" nei ruoli più delicati: quasi sempre il ministro dell'economia è un economista, il ministro delle finanze è un dottore in scienza delle finanze, il ministro della giustizia è un dottore in giurisprudenza ecc. In questo senso, uno dei governi più "tecnici" sarebbe stato il governo Mussolini, che annoverò docenti di scienze della finanza (come De Stefani) al ministero delle finanze, economisti di prim'ordine (come ad esempio Beneduce) alla gestione dell'economia nazionale, uno dei massimi filosofi contemporanei (Gentile) all'istruzione, e uno dei massimi giuristi italiani dell'epoca (Acerbo) alla giustizia eccetera. 

A questo ragionamento si potrebbe obiettare descrivendo la seconda, presunta, caratteristica dei governi cosiddetti "tecnici": essi sarebbero composti da personalità non allineate direttamente alla politica, e il loro incarico sarebbe vincolato soltanto al mettere "in sesto" lo Stato da una crisi.

Anche questa è una menzogna: così come TUTTO è politica, tutto fa riferimento ad un preciso disegno politico, a prescindere da quanto chiara sia questa idea nella mente di chi agisce. In sostanza, siamo tutti suscettibili di concorrere al perseguimento di un'idea del mondo, e la scelta che dobbiamo fare è se stare fermi e subirla, se concorrervi inconsapevolmente, o se essere parte attiva. Se questo vale per qualuque persona sulla faccia della terra, figuriamoci per un governo: non ha senso pensare che un ministro faccia delle scelte "in buona fede". La politica conosce soltanto l'ATTO POLITICO e le CONSEGUENZE POLITICHE di quell'atto.

Nessun governo quindi ha un valore politico neutro. Ognuno di questi viene nominato grazie a pressioni esercitate da determinate forze, e si poggia sul supporto delle medesime, o dei loro referenti. Nel caso di un governo tecnico, chi lo "sponsorizza" è una forza TECNOCRATE. La tecnocrazia è tutt'altro che un sistema politico neutro. Al contrario è il dominio di una civiltà nella quale l'uomo è parte di un meccanismo automatico e disumanizzante: egli E' quello che HA "meno" quello che è disposto a SACRIFICARE. Una civiltà "al ribasso" basata sulla concorrenza, sull'arricchimento ad ogni costo, sulla precarietà, nella quale l'unico valore è l'interesse. Le forze che spingono verso la tecnocrazia promuovono governi tecnici, che si occupino di togliere agli uomini l'ultima loro tutela di fronte alla schiavitù universale: il loro essere cittadini di uno stato, ovvero legati da un valore spirituale (non mercificabile) ad una comunità organica di destino.

La nostra lotta è quindi per la tutela delle prerogative del nostro Stato perchè senza di esso il popolo non solo non ha le risorse per opporsi al suo annientamento, ma non è neanche capace di definirsi come tale. 


Francesco

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