martedì 30 ottobre 2012

Firenze, 1922: la Marcia su Roma dai quotidiani cittadini


27 Ottobre 1922


Cesare Maria De Vecchi
Nella notte fra il 26 e il 27 Ottobre 1922 parte da Napoli l'ordine di mobilitazione generale di tutte le squadre fasciste. Il Nuovo Giornale titola: "Mentre i fascisti mobilitano il Ministero è virtualmente in crisi". Le cronache intrecciano quindi la crisi dell governo Facta con i sommovimenti in atto in tutta Italia, annunciando la sollevazione imminente. "I fascisti di tutta Italia" si legge "hanno avuto ordine di raggiungere al più presto le proprie sedi, dove i direttorii risiedono in permanenza, o di rimanere a disposizione, in attesa di ordini". Seguono le strumentali smentite da parte della dirigenza fascista, alle quali nessuno crede. Sulla colonna di destra, il quotidiano di Firenze titola "Il pensiero dei capi fascisti". Alle domande poste dall'intervistatore i principali esponenti del Fascismo lasciano intendere la ferma decisione a mobilitare il PNF in senso militare. La prima dichiarazione è quella di Farinacci, che afferma: "Il Partito Fascista non è un partito che deve discutere. E' un partito che deve agire!" alla richiesta di ulteriori spiegazioni il Ras di Cremona risponde Questo non lo posso dire. [...] fra quindici giorni vedremo". Segue il commento di De Vecchi, Comandante Generale della milizia fascista: "[...] quanto avviene è frutto di una situazione antica. Bisognava fossero ciechi, come tutti gli uomini della poligarchia, oggi ancora dominante, per non vedere che la vasta corrente spirituale impersonata nel Fascismo doveva confluire verso il punto descritto da Mussolini nel discorso di Napoli. (il riferimenton è all'affermazione che il capo del Fascismo espresse sulla tribuna di Piazza San Carlo: "O ci daranno il governo o ce lo prenderemo calando su Roma", ndr) Certo noi non arretriamo davanti a nessun ostacolo, convinti come siamo di interpretare la grande anima nazionale [...]. Nessuno deve dimenticare che noi, solo noi, siamo Vittorio Veneto. Tutto il resto, governi che si succedono e forze antinazionali, sono Adua o Caporetto. [...] Nessuno dei reticolati, costruiti intorno a Roma scioccamente, o dei nuclei misti armati di lanciafiamme dal governo, fermerà questa ondata di spiriti che aha alla testa nove decimi delle medagli al valore d'Italia, e chi ha orecchio intenda."


Foto della celebre squadra d'azione "La Disperata" di Firenze
Nella pagina di cronaca fiorentina del Nuovo Giornale, un articolo riporta gli umori dei fascisti locali: "gli ambienti fascisti sono stati in movimento per tutta la notte. Alla sede del Fascio in piazza Mentana – dove i dirigenti hanno vegliato initerrottamente – è stato un continuo affluire di camicie nere, in cerca, in attesa di ordini. " Un altro articolo riporta la cronaca del ritorno delle squadre fasciste dall'adunata di Napoli del 24 ottobre precedente: "Il ritorno dei facisti toscani: l'arrivo del treno speciale e le accoglienze alla stazione". Nell'articolo si legge: "Alle 0,30 precise entra il treno speciale. [...] Mentre gli squadristi, reduci da Napoli, scendono dal treno, la folla che si assiepa sulla banchina prorompe in applausi entusiastici e saluta con ripetuti Alalà". La squadra Giglio Rosso muove incontro alle camicie nere. Quindi si forma il corteo [...] seguito dai gagliardetti e dagli squadristi, in numero di oltre mille [...]. Il lungo corteo, in mezzo al più vivo entusiasmo, al suono degli inni fascisti, percorre Piazza dell'Unità, Via Panzani, Via Cerretani, Piazza S. Giovanni, Via Brunelleschi. Attraversa Piazza Vittorio e prosegue per via degli Speziali, via Calzaioli, Piazza Signoria, Logge degli Uffizi e Lungarno Diaz. In Piazza Mentana, al grido di Viva Napoli! Viva il Fascismo! Il corteo si scioglie." Nell'edizione straordinaria dello stesso giornale, sempre del 27 ottobre, si legge: "La domanda che corre sulle bocche di tutti – cittadini e fascisti – è una sola ed è questa: che c'è di vero nella voce che sia stata ordinata la mobilitazione generale dei Fasci? Chi potrenne dare una risposta precisa a questo interrogativo [...] si tiene chiuso nel più rigoroso riserbo. [...] Si deve dunque giudicare per indusione e confessiamo che l'impressione è proprio quella che l'ordine di mobiltiazione effettivamente esista. [...] In sostanza, ci sembra un'ora più che altro di attesa, di vivissima attesa..."



Anche su La Nazione si leggono notizie del medesimo tenore. L'articolo riguardante la mobilitazione fascista riporta la cronaca dell'incontro fra Bianchi ed i principali capi fascisti al termine dell'adunata di Napoli. Riguardo i movimenti dei fascisti a Firenze e provincia, sulle colonne del quotidiano si legge: "Nella serata il movimento fascista si è andato notevolmente intensificando. Infatti tanto alla Sede di Piazza Mentana quanto nei locali di via Lamarmora, è stato un continuo andirivieni di squadristi. Molti dei dirigenti si sono recati in automobile nei vari centri della provincia per portare personalmente ai singoli comandanti delle squadre ed ai segretari delle sezioni gli ordini emanati dagli organi centrali del Partito."


Ancora membri della Disperata

A corredo delle informazioni rinvenute, riportiamo le impressioni pubblicate su uno dei più famosi diari "squadristi" dell'epoca, scritto dallo squadrista Mario Piazzesi e riedito recentemente dalla Testa di Ferro (2010). E' questo un documento di essenziale valore: in essa sono riportati, con una prosa evocativa che ben rivela la giovinezza dell'autore (Piazzesi all'epoca dei fatti aveva appena vent'anni) i fatti salienti dell'azione fascista fra il Giugno del 1919 e l'Ottobre del 1922. L'importanza storica di questo documento, del resto, non è nuova alla cerchia degli storici, primo fra tutti Renzo De Felice, il quale citò più volte quanto riportato nelle sue opere sulla storia del Fascismo.

La copertina della nuova edizione
"Questa mattina, presto, là contro il muro, un manifesto grande come un lenzuolo: FASCISTI, O ROMA O MORTE. [...] Roma o morte. Allora è vero quanto si diceva ieri sera. Siamo quindi dei rivoluzionari nel senso più ampio, siamo in rivolta, e questa parola invece di farmi meditare come dovrebbe accadere ad una persona normale, mi mette addosso una gioia sottile. Ora è contro l'ultimo nemico che muoveremo, è contro Roma, Roma ragione prima di tutti i nostri dolori, delle nostre vergogne, la Roma dei pantofolai, dei barbuti benpensanti, e vedremo se verrà "il colpo" di quei tali che avrebbero dovuto spazzare il Fascismo [...] L'organo di Giolitti ancora questa mattina definisce la nostra volontà "una pistola scarica per far paura". Tra i benpensanti discorsi del genere sembrano riassumere il pensiero del mondo politico attuale. "I fascistti? Ma sì, dicono così per forzare la mano, ma vedrete, non potranno far niente. Altro che calate!" [...] come quei due benpensanti borghesi che al caffè del Ponte si facevano coraggio con quanto affermava il foglio rosso (L'avanti, ndr) che la boutade di Michelino Bianchi di un Ministero Mussolini, non è che un sogno o uno scherzo. Ma che oggi tutto questo non sia più uno scherzo lo stanno a dimostrare quelle lunghe colonne armate dei fascisti della campagna che calano su Pisa con armi di tutti i generi: doppiette da caccia, vecchi 91 ricordi di guerra, moschetti da carabiniere prelevati dalle varie caserme della piana già assalite [...] . A Firenze hanno già occupato gli edifici pubblici, poste, telegrafi, stazioni ed il resto.



28 ottobre


Gli avvenimenti preconizzati da Piazzesi nella sua nota del 27 si leggono il mattino seguente nella loro interezza su tutti i quotidiani italiani ed esteri. Il Nuovo Giornale titola: "La marcia su Roma è incominciata stanotte". Nell'editoriale si legge: "Roma offre da ieri uno spettacolo meraviglioso che rassicura ed ispira fiducia. [...] Nemmeno impressionano troppo le notizie dalla Toscana, perchè si confida che il movimento possa essere contenuto dal patriottismo dei fascisti, e dal robusto senso politico della popolazione. Roma resta serena, mentre si svolge uno dei moti maggiori della nostra storia contemporanea." Ma la restante parte del quotidiano è un bollettino di guerra: si riportano occupazioni ad Arezzo, Siena (il titolo del trafiletto: "L'Invasione della fortezza di Santa Barbara"), Pisa, Pontedera (dove si segnala un reparto di quattrocento fascisti che di fatto occupano l'intera cittadina) e Pistoia. Si segnalano occupazioni di edifici pubblici a Montelupo Fiorentino, San Miniato, Santa Croce sull'Arno, Fucecchio, Empoli, Certaldo e Castelfiorentino. Mobilitazioni si segnalano a Viareggio, Lucca, Pontassieve ed in numerosi centri minori della Toscana. La pagina di cronaca fiorentina è quasi interamente occupata da un lungo articolo dal titolo: "Nella notte della Marcia su Roma. Ore di grande emozione – la posta e la stazione occupate con fulminean rapidità – la mobilitazione fascista in pieno corso".


Squadristi in centro a Firenze


Nel corpo dell'articolo si descrivono le azioni delle camicie nere nella città di Dante: "All'ora designata, circa 300 camicie nere ed un discreto nucleo di combattenti si sono riuniti silenziosi nei presi della Posta. Quindi si sono divisi in tre gruppi e, prendendo per vie diverse, hanno occupato il palazzo. [...] L'irruzione è stata così improvvisa che i carabinieri non hanno avuto il tempo di porre un argine ai fascisti. [...] Alle 23,45 circa, mentre era in partenza il treno 27 per Roma [...] un numero di circa 300 fascisti al comando di alcuni capi squadra ha invaso la stazione di S.M. Novella. [...] In stazione di trovavano di servizio le consuete Guardie Regie ed i Reali Carabinieri al comando di un funzionario. Nonostane che il colpo sia stato fatto di sorpresa, le forze militari hanno tentato di opporsi all'invasione. E' nata una colluttazione; ma l'impeto fascista ha vinto in breve la resistenza. I giovani, gridando Avanti! A Noi! Si sono precipitati negli uffici e sotto la tettoia centrale, mentre alcuni di essi provvedevano a chiudere i cancelli tanto dal lato degli arrivi come da quello delle partenze. I viaggiatori sorpresi dall'avvenimento si sono dati a fuggire: sono avvenute alcune scene di panico, senza però alcuna conseguenza spiacevole, giacchè i giovani occupanti hanno ben presto calmati gli animi allarmati. [...] Verso le 2 è stata decisa anche l'occupazione della centrale telefonica. L'azione, appena ordinata, è stata rapidamente eseguita. [...] Vi sono state varie colluttazionio fra gli squadristi e la forza pubblica, con contusi da ambo le parti. Ma sopraffatte dal numero degli assalitori le Guardie Regie furono costrette a cedere. 

Appena avvanuta l'occupazione il Prefetto pericoli, che ancora non era informato dell'accaduto telefonò al Centralino: 

- Con chi parlo?- 
- Col comandante delle Squadre d'Azione - 
- Come !? Come !?

E così il Pericoli con sua grande sorpresa venne informato dell'occupazione...La censura telefonica da parte dei fascisti procede con rigore. Anche i telegrammi del Prefetto devono essere vistati dal comandante dei Fasci.

Il quotidiano riporta poi il manifesto fatto circolare dal Fascio per tutta la città. Riportiamo in questa sede soltanto la parte del comnicato destinata ai cittadini di Firenze:

"Fiorentini! Tutto il Popolo Italiano è insorto, in nome del Re e della Patria, contro i subdoli nemici della Nazione. In tutte le città, in tutti i paesi, l'Esercito si è unito a noi. Nel nome di Roma tutti i rancore di parte sono occi sopiti. L'Italia è tutta un fremito d'entusiasmo, è tutta un grido di gioia, d'amore e di gloria. W il Re! W l'Esercito! W l'Italia! W il Fascismo Liberatore!

La cronaca termina il resoconto informando che circa cinquecento fascisti sono già in viaggio verso Roma, ad istituire la prima testa di ponte dell'armata fascista che dovrà marciare su Roma.
La Nazione presenta invece un editoriale dai toni decisamente più concilianti con il Fascismo in piena insurrezione: "Il vecchio spirito parlamentare [...] è duro a morire. [...] Le istituzioni e il regime non hanno nulla a che fare con gli interessi di quei rappresentanti di sè stessi che siedono attualmente a montecitorio e pensano che si possa giungere ad un urto armato solo per difendere la proporzionale dei portafogli. Perchè a questo si ridurrebbe infine, dopo che il Fascismo ha aderito n toto alle istituzioni monarchiche e al regime, il nocciolo del dissidio che tiene sospesol'animo dell'italia, e minaccia di respingere fuori dall'alveo legalitario la più attiva e vivace forza politica che grandeggi adesso nel paese."

Medesime cronache del Giornale Nuovo per quanto riguarda l'insurrezione fascista in Toscana. Riguardo le azioni nel fiorentino, invece, ricaviamo dalla cronaca de La Nazione informazioni riguardo altre azioni compiute dagli squadristi: "Sono state occupate la società di Mutuo Soccorso di Rifredi, il Municipio e la Cooperativa del Galluzzo, le Scuola Comunali della Pietra e la piccola barriera daziaria. D'altra parte i fascisti sono entrati anche in varie caserme i carabinieri del suburbio, inneggiando all'Esercito e all'Italia. 

In Piazza Signoria



29 ottobre


Il giorno successivo sulle colonne del Nuovo Giornale esce un'intervista di Michele Bianchi, quadrumviro della Marcia su Roma, rilasciata proprio nel salone dell'Hotel Bruffani. In questa si legge: "(le nostre forze) Seguitano a giungere da ogni parte. Ma sono avanti, molto avanti. Non è un mistero per nessuno che noi abbiamo in linea tre grandi corpi di marcia, quidati, ciascuno, da un eroico generale. [...] Queste possenti unità conterranno, stasera, ottantamila fascisti in armi. E' tutto un immenso esercito che guarda a Roma con tenerezza infinita – e assedia il governo per dare, finalmente, respiro e dignità all'Italia nuova. Alla domanda "e cosa accadrà?" Bianchi risponde: "Nulla, almeno io penso- Perchè io credo fermamente che entro dodici ore questo governo che ha voluto ciecamente ostinarsi cederà miserevolmente come miserevolmente ha vissuto. Io penso, insomma, che entro dodici ore la situazione sarà risolta secondo il desiderio ardente e il volere del popolo italiano: almeno della parte migliore o della maggior parte del popolo.

Michele Bianchi
Sulla cronaca di Firenze, si legge l'elenco completo delle azioni organizzate dai fascisti: accupazione di stazioni, caserme, uffici postali e telefonici. Le occupazioni a tappeto si estendono a Settignano, Castello, Compiobbi, Sesto Fiorentino, Badia a Settimo, Fiesole e Lastra a Signa.
Cortei nel centro cittadino, il più grosso dei quali, nella mattinata del 29, composto da circa 1.500 membri delle squadre d'azione e da un gran numero di ex combattenti. La cronaca del corteo: "Il corteo, messosi in marcia, e preceduto dai gagliardetti di tutte le squadre di è prima recato in Via Tripoli. [...] Quindi, sempre ordinato e disciplinatissimo, e in mezzo all'entusiasmo dei cittadini che si erano uniti durante il percorso, attraverso Piazza del Piave [...] I giovani fascisti, a cui si associavano molti cittadini, non si stancavano di applaudire e gridare Viva l'Italia! Viva la cavalleria! Viva l'Esercito!" [...] La colonna dei dimostranti che, frattanto era diventata una fiumana tra camicie nere e cittadini ha ripetuto con maggiore intensità le calorose dimostrazioni".

L'editoriale de La Nazione dà un'interpretazione emblematica dell'umore popolare all'indomani della Marcia su Roma: 

 "La Marcia su Roma è in atto e il vecchio governo accusa di sedizione coloro che rompendo gli indugi si sono mossi a realizzare la volontà dell'Italia contro la resistenza di una decrepita classe parlamentare. [...]  noi ci onoriamo dunque di essere sediziosi contro i rappresentanti di una casta che non ha trovato il modo di morire con decoro e lasciare tempestivamente il posto detenuto illegalmente dal momento che la fonte stessa donde avrebbe dovuto trarre l'autorità, il Parlamento, era per suo conto decaduto per non rispecchiare la volontà del Paese."


Francesco


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