lunedì 24 settembre 2012

Nine Inch Nails #4 - Ancora più giù

Marilyn Manson e Trent Reznor insieme on stage
Terminato il "Self Destruct Tour", Reznor si rimette a lavoro, questa volta per capitalizzare l'esperienza acquisita nell'utilizzo dei sistemi informatici di manipolazione del suono. Tramite la sua nuova label (La Nothing) supporta svariati artisti della scena industrial, ma soprattutto lancia definitivamente Marilyn Manson, producendo e commercializzando il capolavoro Antichrist Superstar. Nell'album, come diremo meglio nell'articolo dedicato, l'influenza dei Nine Inch Nails traspare evidentemente, sia negli elementi compositivi, sia nella qualità del missaggio. Oltre a ciò, Trent si concentra sulla produzione di remix e colonne sonore, producendo sia per il cinema che per il nascente mercato dei videogiochi per pc. 

Da quest'impresa escono brani come The Perfect Drug, colonna sonora del film Lost Highway di David Linch, e Burn, per la colonna sonora di Natural Born Killers di Oliver Stone. Nel settore videoludico si segnala la collaborazione con la ID Software, autrice di alcuni dei più celebri giochi First Person Shooting (i famosi "sparatutto") degli anni '90, quali Castle Wolfenstein, Doom e Quake. Proprio per questi ultimi due titoli i Nine Inch Nails scrissero la colonna sonora integrale, tanto da guadagnarsi numerosi crediti negli stessi screenshots del gioco. 


Ascolta la colonna sonora di
QUAKE







Uno dei tributi ai Nine Inch Nails nel gioco Quake
Nel 1998 i media iniziarono ad annunciare il ritorno dei NIN in grande stile, con un Thw Downward Spiral #2 che avrebbe spinto ancora più avanti la sperimentazione elettronica e messo da parte le numerose "emulazioni" sorte intorno al successo di Reznor un po' in tutto il mondo. Nel 1999 vide la luce The Fragile, 23 brani dal forte impatto sperimentale. Intervistato alla convencion di presentazione del disco, Reznor descrisse così l'album:

"Volevo che questo album suonasse come una diretta conseguenza di questa situazione, di qualcuno che lotta per cercare di ricostruire quello che ha perso. Downward Spiral raccontava la rimozione di vari strati fino a raggiungere una nuda, amara conclusione. Questo disco inizia dalla fine, poi cerca di creare ordine dal caos, ma non ci riesce mai. Probabilmente è un disco ancora più nero perché si conclude lì dove era iniziato...con la stessa sensazione

 ASCOLTA L'ALBUM COMPLETO



La critica premiò con enfasi il disco. Forse con troppa enfasi, considerato il fatto che, malgrado all'uscita The Fragile si fosse piazzato al primo posto nel Billboard 200 ed avesse venduto nella sola prima settimana più di 220.000 copie negli USA, nell'arco di soli sette giorni era uscito dalla top 10, e non ci avrebbe messo molto a scendere ben al di sotto del capolavoro precedente. Ad ogni modo riportiamo nuovamente il nostro stimato Scaruffi, citando uno stralcio della sua recensione (la versione integrale, corredata di tanti altri dettagli che vi consiglio di leggere è reperibile sul suo sito personale, http://www.scaruffi.com) :

"L’album e’ in effetti ampiamente autobiografico, col titolo che e’ una dedica a se stesso, quello squartatore industriale che ha messo a fuoco la sua fragilita’ intrinseca, il suo profondo bisogno di riempire il vuoto che ha creato intorno a se’. Mentre la melodica ed inquietante pomposita’ (stile Nirvana) di We’re In This Together, il ritmo mitragliante ed il bass loop di Somewhat Damaged, e la progressione trascinante ed il refrain (stile Smashing Pumpkins) di Please sono chiaramente i pezzi che suscitano piu’ attenzione, ci sono poi dei commoventi buchi neri che regalano istantanee dell’anima di Reznor proprio mentre sta bruciando, come accade nel virulento riff di The Wretched, attaccato da frequenze aliene, lungo ossessionanti note di piano; o la diabolica deflagrazione di Starfuckers Inc, in una sincopata, poliritmica inondazione; o il lamento da brividi nei campi mortali di Underneath It All. Tutti i brani strumentali ricadono in quest'ultima categoria: l’orgia terrificante, caotica e cacofonica di Just Like You Imagined, che suona come una sbirciatina in un altro mondo; la grottesca danza macabra di Pilgrimage; la musica da camera crescente e declinante di La Mer; Ripe, la sonata di chiusura sommessa e occulta.

 


Il video ufficiale del singolo We're in this together


Sotto il profilo artistico The Fragile segna il punto massimo della parabola concettuale dei NIN. Se in The Downward Spiral l'uomo era portato ad un processo di annichilimento progressivo fino a diventare il necrologio di sè stesso, in The Fragile questi inizia un percorso di riabilitazione che tuttavia non ha successo, che si completa in una sensazione di sconfitta, riportando il protagonista al punto di partenza. Nelle liriche della canzone d'attacco, Somewhat Damaged, si legge:

So impressed with all you do
Tried so hard to be like you
Flew too high and burnt the wing
Lost my faith in everything

Lick around divine debris
Taste the wealth of hate in me
Shedding skin succumb defeat
This machine is obsolete

Made the choice to go away
Drink the fountain of decay
Tear a hole exquisite red
Fuck the rest and stab it dead

Broken bruised forgotten sore
Too fucked up to care anymore
Poisoned to my rotten core
Too fucked up to care anymore

Al termine della parabola narrativa del disco, sulle note di un noise futurista e meccanizzato che sa molto del vecchio successo Happyness in Slavery, una voce sconfitta e rassegnata parla con il suo Mister Autodistruzione:

all I do
I can still feel you

numb all through
I can still feel you
hear your call
underneath it all
kill my brain
yet you still remain
crucified
after all I've died
after all I've tried
you are still inside

all I do
I can still feel you

you remain
I am stained

Il disco venne preceduto dalla pubblicazione del singolo The day the whole world went away, e seguito dai singoli We're in this together, Starfuckers Inc e Into the void. Partiti per supportare il disco, i NIN girarono tutti e cinque i continenti nel Fragility Tour, dal quale venne poi tratto il documentario And all that coul have been. Durante il tour Reznor festeggiò la cinquecentesima apparizione live, precisamente ad Atlanta il 20 Maggio 2000. La formazione live fu la seguente:
Trent Reznor: voce, chitarra, tastiere, basso, sinth
Robin Finck: chitarra, sinth, voce di supporto
Danny Lohner: basso, chitarra, sinth, voce di supporto
Charlie Clouser: sinth, tastiere, voce di supporto
Jerome Dillon: batteria, percussioni elettroniche



Alla fine del Tour uscì immancabile la raccolta remix Things fall apart.


Con The Fragile Reznor termina la sua parabola creativa esistenziale. Già in questo disco il pathos che si respirava nei primi lavori ha perso molto della sua intensità. Da questo momento in poi i Nine Inch Nails abbandoneranno progressivamente il loro stile classico per proseguire nella ricerca di nuove frontiere sonore, senza tuttavia pareggiare mai i conti con il capolavoro del 1994. Nel prossimo, ed ultimo appuntamento parleremo degli ultimi dieci anni di attività, dall'ultimo scorcio dei NIN "nichilisti" (With Teeth, 2005) alla distopia di Year Zero (2007) fino agli ultimi lavori (Gosts I – IV e The Slip, 2008).
Francesco

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