martedì 18 settembre 2012

Nine Inch Nails # 3: Mister Autodistruzione

Nel Luglio del 1992 i Nine Inch Nails tornarono in studio per produrre quello che sarebbe passato alla storia come il loro capolavoro. Dopo aver girato in lungo e in largo per gli States alla ricerca di un posto adatto a mettere in musica le sua idee, Reznor scelse l'appartamento 10050 Cielo Drive a Beverly Hills, California: il medesimo appartamento nel quale, ventitrè anni prima, Sharon Tate era stata brutalmente massacrata dagli adepti di Charles Manson. Installatosi nella casa, Trent si dette alla realizzazione dello studio di registrazione, che chiamò Le Pig, ispirandosi alla macabra scritta realizzata dagli assassini di Tate utilizzando il suo stesso sangue (La scritta originale era "morte ai porci"). Per diciotto mesi la band rimase impegnata nelle registrazioni, in un processo creativo che non mancò di esperienze altamente distruttive: in quel periodo sia Reznor che i suoi amici più stretti (fra i quali figurava l'astro nascente Brian Warner, in arte Marilyn Manson) sperimentarono l'uso di droghe pesanti, privazione del sonno ed abuso di alcolici. 
 

I "Le Pig Studios". Il nome fu derivato dal macabro necrologio "Death to the Pigs" scritto col sangue di Sharon Tate sulla porta dell'abitazione nella quale fu massacrata dalla Manson Family. Nel disco si fa più volte riferimento ai "maiali" come carne da macello.  Particolarmente in "March of the pigs" e "Piggy".


Alle registrazioni parteciparono numerosi invitati, affermati musicisti del calibro di Stephen Perkins (Jane's Addiction, Porno for Pyros) e Adrian Belew, che compose le parti di chitarra in Mr. Self Destruct e The Becoming. La quasi totalità del materiale venne registrato ed assemblato in computer sound, sfruttando l'emergente tecnologia Machintosh già sperimentata in Broken. Testate Marshall e strumenti a corda Gibson e Jackson fecero il resto. The Downward Spiral fu il disco che lanciò definitivamente i NIN nel gotha della musica internazionale. Sul piano lirico, le tematiche non si discostarono molto dal tenore del precedente EP, rimanendo sintonizzate sul tema dell'alienazione umana di fronte a un sistema talmente privato di spiritualità da essere diventato "automatico". Questa volta tuttavia il disco seguì un filo narrativo dai marcati tratti finalistici. Mr. Self Destruct, la prima traccia, descrive il sentimento autodistruttivo che alberga nell'uomo, e che lo spinge ad autoinfliggersi il male facendo leva sul senso di colpa, sulla privazione, sulla paura ("I speak realigion's message clear –and i control you–, i am denial, guilt and fear -and i control you-, i am the prayers of the naive -and i control you- i am the lie that you believe -and i control you-"). In Heresy, si affronta il tema dell'uomo che distrugge i suoi idoli senza sostituire alla spiritualità andata perduta uno spiritualismo più maturo, ma ergendo solo sè stesso a proprio idolo. Col risultato di perdersi in un'esistenza dotata di moto meccanico, nella quale egli non ha più alcun senso. Inizia così un processo autodistruttivo che lo porterà a dissipare ogni calore umano, a cedere al darwinismo esistenziale, infine a tentare una via di fuga nel suicidio. Le parole dell'ultima canzone del disco, Hurt, sono eloquenti:


"I hurt myself today
To see if I still feel
I focus on the pain
The only thing that's real
The needle tears a hole
The old familiar sting
Try to kill it all away
But I remember everything

What have I become?
My sweetest friend
Everyone I know
Goes away in the end
You could have it all
My empire of dirt
I will let you down
I will make you hurt

I wear this crown of shit
Upon my liar's chair
Full of broken thoughts
I cannot repair
Beneath the stains of time
The feelings disappear
You are someone else
I am still right here

What have I become?
My sweetest friend
Everyone I know
Goes away in the end

You could have it all
My empire of dirt
I will let you down
I will make you hurt
If I could start again
A million miles away
I would keep myself
I would find a way"


ASCOLTA L'ALBUM COMPLETO


Musicalmente, il disco si qualifica come il più riuscito in assoluto. Il processo creativo abbozzato in Pretty Hate Machine e parzialmente riuscito in Broken giunge a piena maturazione, qualificando The Downward Spiral come un vero e proprio manifesto della generazione postmoderna. Citando ancora Scaruffi, in una delle sue meravigliose recensioni:

"[...] Eraser, forse l'apice drammatico del disco, simula una macchina che implori il suo costruttore di "Hate me/ smash me/ erase me/ kill me". E` la quintessenza dell'espressionismo in musica. The Downward Spiral non e` neppure musica, e` pura claustrofobia. The Becoming e` un'immane affresco degno di Bosch, un'orgia di dannati resa da una partitura affollata, pullulante di dissonanze. Reptile, le cui scosse d'intensita' "wagneriana" ne rappresentano l'alter ego, mette in musica i "Fiori del Male" della generazione industriale: "Oh my precious whore/ my disease my infection/ I'm so impure".
Lo spleen dei cyberpunk nasce proprio da una fusione fra auto-compassione, auto-disgusto e auto-compiacimento che e' perfettamente realizzata in questi testi musicali. L'incedere al tempo stesso robotico e panzer di
March Of The Pigs e' quanto di piu' volgare e perverso Reznor abbia mai concepito: una successione di cariche di TNT che continuano il rituale spaventoso di Wish (con forse una traccia di Ballroom Blitz degli Sweet). Tutto l'immaginario fanta-criminale fabbricato negli anni da film come "Terminator" e dai libri di Gibson trova in questo disco una sua sublimazione in suoni.
Deliri in sordina come
Piggy vivono di una tensione piu' sotterranea, ma non meno snervante, affidata a ritmi sconnessi, bisbigli inquietanti, dissonanze sparute. Reznor prova anche a scimmiottare Prince nella languida cantilena oscena di Closer ("I Want to fuck you like an animal"), che e` paradossalmente anche il brano piu` melodico del disco. [...]"





QUESTA LA TRACKLIST
      1. Mr Self Destruct
      2. Piggy
      3. Heresy
      4. March of the Pigs
      5. Closer
      6. Ruiner
      7. The Becoming
      8. I Do Not Want This
      9. Big Man With a Gun
      10. A Warm Place
      11. Eraser
      12. Reptile
      13. The Downwars Spiral
      14. Hurt



Il disco, distribuito nel Marzo del 1994, scalò le classifiche commerciali degli stati uniti, piazzandosi al secondo posto dopo soli sette giorni. Nel giro di quattro anni avrebbe ottenuto quattro dischi di platino, vendendo più di cinque milioni di copie nel mondo. La critica fu unanime nel riconoscerlo come un capolavoro. Spin's lo classificò come venticinquesimo fra i 100 migliori album di sempre, undicesimo nella categoria "anni '90" e ancora decimo nella categoria "ultimi 25 anni". Giudizi simili si ebbero da JustPressPlay, Blender, Q, Rolling Stone. Come di consueto, e a maggior ragione visto il volume di vendite del disco, i NIN distribuirono l'anno successivo un remix del disco (Further Down the Spiral) per lo più composto da versioni alternative dei brani precedentemente editi. L'onda lunga del successo spinse anche questo album molto in alto nelle classifiche, vendendo 500.000 copie nei soli Stati Uniti, un successo veramente grosso per una raccolta di remix. Meno fortuna ebbero i singoli, (March of the Pigs, Closer, Hurt e Piggy).

Il primo dei tre tour promozionali, il Self Destruct Tour, fu un evento spettacolare. Inanellando una serie di "Sold Out" in America, i Nine Inch Nails divennero il simbolo della "generazione anni '90". La formazione live era così composta:

Trent Reznor – Voce, Tastiere, Chitarra
Robin Finck - Chitarra, Sintetizzatore
Danny Lohner - Basso, Chitarram Sintetizzatore
Chris Vrenna – Batteria


Il video quì presentato è una parte del VHS live "Closure", 
edito al termine dei tour promozionali, distribuito nel 1997


La data più celebre del tour, la partecipazione dei NIN al Woodstock '94, fu seguita in diretta TV da ventiquattro milioni di persone in pay – per -wiew (una registrazione live dell'evento, consultabile gratuitamente, la riportiamo quì sotto). 



 
Fra il 1994 e il 1999 i NIN si sarebbero concentrati sulla produzione di colonne sonore e sulla promozione del materiale già pubblicato. Nel frattempo nasceva l'amicizia professionale e personale fra Trent Reznor e Brian Warner, in arte Marilyn Manson: fra i due sarebbe nato un sodalizio che avrebbe portato il più discusso musicista d'America (e il riferimento è chiaramente al secondo dei due) a produrre uno dei migliori album rock di Sempre, Antichrist Superstar. Ma di Marilyn Manson ci occuperemo in un'altra strisciata di articoli. Anche perchè la storia dei Nine Inch Nails non finisce di certo con The Downward Spiral. Sarebbero dovuti passare ben cinque anni prima che Reznor, nel frattempo entrato in un pericoloso giro di abusi e depressione, riuscisse a produrre il degno prosecutore del suo "masterpiece": The Fragile.


Francesco

0 commenti:

Posta un commento