CASAPOUND E LA XENOFOBIA
Oggi il sito di Casapound ha in home page l’immagine di una rosa rossa a terra e una scritta: “Nel Dna di Casapound non è contemplata la xenofobia”. È piuttosto vero, credo. In questo momento è forse impopolare quello che dico, ma Casapound è in effetti un’organizzazione diversa dalle altre nel panorama della destra radicale italiana (e loro rifiutano anche di essere collocati all’interno della destra radicale). È un fatto che Gianluca Casseri, lo stragista-suicida di Firenze, fosse un iscritto a Casapound, ma è anche vero che mai Casapound ha lanciato campagne contro l’immigrazione. Nelle varie manifestazioni che rimbalzano da anni in Italia contro i campi nomadi, le bandiere di Casapound non si vedono. Per dirla tutta, sono molto più presenti slogan xenofobi in un partito istituzionale e per anni al governo come la Lega che in un’organizzazione come Casapound. Né tantomeno, dai suoi militanti, si ascoltano deliranti proclami sulla supremazia bianca o sulla difesa della razza. [...]
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CASAPOUND E IL RAZZISMO
Nessun razzismo e mai xenofobia, anzi. Vivono nel quartiere cosmopolita di Roma, piazza Vittorio. Stanno con gli ultimi. E se un ragioniere innamorato di fantasy è transitato dalle loro parti – inseguendo chissà che incubo – per poi andare ad ammazzare due senegalesi, c’è solo un orrore orbo di perché. Certo, la malattia dell’estremismo fa malato il ragioniere. E non è il ’900. Se vogliamo seguire le orme del ragioniere non si arriva a Lovecraft, mi spiace. La carta geografgifica della sua mente era quella Firenze di sputi e pisciate sul Battistero. Tante belle parole spese per quei poveri disgraziati uccisi e nessuno che gridi forte i loro nomi. Un consiglio, dunque: non cerchino le tracce, troveranno le orme. [...]
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INTERVISTA A PIETRANGELO BUTTAFUOCO
Pietrangelo Buttafuoco, scrittore, come si spiega questa tragedia?
«Partiamo da un dato di carne e sangue, e confrontiamoci con le storie degli uomini ammazzati; senegalesi che attraversano il buio e il mare per arrivare in Italia. Ne parlo anche in “Cabaret Voltaire”; la loro eleganza e la loro fierezza sono quanto di meglio si possa immaginare nel nostro orizzonte di occidentali stanchi, deprivati e perduti di qualsiasi identità. Quindi chissà cos’è successo nella testa di questo squinternato per scegliere proprio loro come bersaglio, con la loro nobilità e il loro senso dell’avventura; tutte cose che si possono trovare nei sogni e negli immaginari jungeriani ed evoliani. C’è un cortocircuito spaventoso. Fa gioco la criminalizzazione e sarebbe devastante privare questo mondo fatto di suggestioni e di simboli e ridurlo al rango di simili pazzie».
Quindi, secondo lei, la vicinanza a CasaPound non c’entra nulla.
«CasaPound è una cosa diversa rispetto alle stupidaggini dell’estremismo di destra; se c’è un marchio di identificazione della stupidità, nell’estrema destra ne trovi a bizzeffe. Ma CasaPound non ha il linguaggio nostalgico che invece i giornali vogliono darle. I politici d’accatto e i giornali sono più feroci nel perseguirli di quanto lo sia la stessa polizia. Pensiamo allo stesso simbolo della tartaruga: è creato apposta per non utilizzare un armamentario vecchio e ridicolo». [...]
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"COMODO SPARARE SU CASAPOUND" (ANCORA BUTTAFUOCO)
"È una questione di cameramen, non di camerati. CasaPound è vittima di un riflesso condizionato, di chi ha interesse ad associare la camicia nera alle mascelle quadrate e alle zucche vuote. È un giochino, un intreccio pericoloso. Ma che fa molto comodo». Pietrangelo Buttafuoco conosce bene CasaPound, il centro sociale con l’anima a destra che oggi è finito nel mirino e lo difende. Per questo il suo telefono non smette di squillare. Tutti la stessa domanda: CasaPound è dhttp://www.blogger.com/img/blank.gifavvero un covo pericoloso che va chiuso al più presto? Gianluca Casseri, l’uomo che ha ammazzato i due senegalesi a Firenze, frequentava il centro e oggi sono molti quelli che puntano il dito e gridano alla chiusura, dimenticando i tanti arresti di militanti, di neo brigatisti nei centri sociali «rossi» che continuano tranquillamente a funzionare e che nessuno ha mai fatto chiudere. «A CasaPound non c’è razzismo e xenofobia. Lì non esiste questa porcheria. Il resto è caricatura che fa comodo ai giornali. Ai cameramen, appunto, che evocano mostri per farne un carnevale ideologico". [...]
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domenica 18 dicembre 2011
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Se CasaPound ha una parte in questa vicenda puo' essere solo la parte lesa!
RispondiEliminaBasta strumentalizzazioni antifasciste.