San Sepolcro.
Nascono i Fasci di combattimento.
Mussolini ne è il capo, la guida, il condottiero.
Attorno a lui si raggrupparono futuristi e legionari fiumani, arditi e combattenti della prima guerra mondiale, nazionalisti e sindacalisti rivoluzionari.
Gli storici "detrattori" cercano continuamente di ridicolizzare questo "agglomerato" di sensibilità diverse: costoro non colgono (o fanno finta di non cogliere) l'essenziale. Ci viene detto: i Fasci di combattimento non avevano una dottrina politica economica sociale. E' vero, lo stesso Mussolini definì il Fascismo un movimento anti-dottrinario, una palestra.
L'essenza dei Fasci di combattimento è nel nome stesso: a San Sepolcro erano riuniti combattenti, uomini temprati dalle trincee della prima guerra mondiale, uomini dediti al sacrificio alle ristrettezze al coraggio all'eroismo, uomini che avevano oltrepassato i limiti del proprio "io".
E se a Sansepolcro vi erano combattenti, uomini che avevano scoperto la vera essenza di loro stessi, e la stavano per proiettare in un futuro comune, come potevano, questi combattenti, accettare una vittoria mutilata, un'Italia umiliata guidata da una classe politica corrotta ed incapace, una vita tornata alla grigia quotidianità dominata da valori egualitari? A San Sepolcro erano riuniti i nemici eterni di marxismo e clericalismo.
A San Sepolcro nasceva l'uomo nuovo, il superuomo nietzschiano. Quel 23 marzo la gioventù italiana fece un passo in avanti verso il riscatto generazionale. Avrebbe dovuto affrontare ancora molti ostacoli, primo fra tutti l'odio generato dalla paura di marxisti e democratici.
Lo fece con determinazione e coraggio assoluti, riuscendo nel giro di 3 anni a marciare su Roma.
Il 23 marzo 1919 la gioventù italiana pose le basi per la Rivoluzione.
Renato
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