martedì 29 marzo 2011

DIARIO DI NORVEGIA - Prima parte

I paesi nordici mi hanno sempre affascinato, fin da quando ero bambino. In particolar modo mi incuriosiva la Norvegia, di cui mi parlava spesso mio padre, che aveva potuto visitarla ormai 40 anni fa. Me la descriveva come la perfetta armonia tra uomo e natura.

Dopo un breve volo di circa 2ore arrivo all'aeroporto di Torp e subito scopro che la capitale Oslo dista circa 100km e che per raggiungerla l'unico mezzo di trasporto è la ferrovia. I treni norvegesi scoprirò ancor meglio in seguito sono molto particolari, in positivo e in negativo; se infatti per puntualità, pulizia e comodità sono eccellenti le note dolenti arrivano dai prezzi molto elevati e dalla velocità di marcia. I treni infatti viaggiano molto lentamente (circa due ore per percorrere 100km), quasi che il concetto di velocità così tanto esasperato dalla mentalità americana de "il tempo è denaro" lì non fosse minimamente considerata; e se sicuramente questo permette di poter ammirare meglio i meravigliosi paesaggi dall'altro rende problematico il raggiungimento di alcune città come Tromsoe, distanti da Oslo ben 18 ore di treno.


Arrivato finalmente ad Oslo vengo accolto con sorpresa da una splendida giornata di sole e da una temperatura insolitamente alta. Dopo aver lasciato i bagagli all'ostello, decido di fare un sopralluogo generale della città così da poter stabilire le varie mete da visitare nei giorni successivi.
Oslo alterna edifici molto belli, dalle forme semplici e dai colori tenui a strutture girgie che riportano la mia mente al romanzo del Premio Nobel norvegese Knut Hamsun "Fame", in cui la freddezza della città viene descritta in modo impeccabile.

Il giorno successivo visito la City Hall, che mi colpisce per il bellissimo orologio posizionato sulla facciata e per la semplice ricchezza con cui è arredata; al piano superiore c'è il salone principale dal quale si puo' ammirare il molo,e il mare quasi abbaglia per i suoi colori così profondi, contornato da montagne ricche di vegetazione ma anche estremamente aspre nelle sue vette. Purtroppo però proprio in quest'area stanno sorgendo nuove lussuose e costose abitazioni, creando così un "nuovo" quartiere d'elitè, e disperdendo il tipico calore popolare dei vecchi rioni. Dopo un giro su un traghetto alla scoperta dei fiordi mi dirigo alla fortezza di Hakershuss; è ormai tardi per poterla visitare all'interno, e mi accontento di percorrerne i corridoi esterni. Entro queste possenti mura Vidkun Quisling installò il suo Quartier Generale, durante la seconda guerra mondiale. I vecchi cannoni sono ancora in perfetto stato e dalle feritoie lungo le mura la vista del mare arriva di nuovo a colpire il cuore come una lancia medievale.


Il giorno seguente visito il museo Kontiki, al cui interno sono ospitate le famose navi in legno di papiro che negli anni '50-'60 raggiunsero la Polinesia e le Maldive. Da lì mi sposto al museo delle navi vichinghe, situato a pochi minuti di distanza. Impossibile non rimanere affascinati dalla bellezza di queste imbarcazioni e dalla loro storia che le ha viste solcare i mari dell'Europa spingendosi fino alle odierne Irlanda ed Islanda. I vichinghi vengono spesso mostrati come dei popoli barbari dediti esclusivamente al saccheggio e alla razzia; in realtà scopro che amavano insediarsi per lunghi periodi in territori non ancora abitati e lì praticarvi agricoltura e pesca. Erano infatti delle comunità molto laboriose e concepivano il lavoro come l'unica via per il proprio sostentamento. Ciònonostante, amavano dilettarsi nel'arte, creando statue per abbellire le loro navi o decorazioni per le loro armi.

Pienamente soddisfatto dalla giornata trascorsa, decido di tornare al mio ostello a piedi, e la lunga passeggiata fa aumentare molto il mio appetito; dopo una breve ricerca opto per un pub dove un ottimo fish'n'chips e una locale pinta di Ringnes (birra chiara forte e gustosa) accompagnano la visione in tv di una partita di Premier League Inglese, campionato seguitissimo dai norvegesi.
il giorno dopo mi sveglio presto, prendo il treno e vado a Larvik, piccolo paese dove ha vissuto per un lungo periodo Knut Hamsun. Purtroppo l'edificio dove abitava è stato demolito, e anche se tutti ricordano il grande scrittore, nessuno ama parlarne troppo, quasi avessero timore di affrontare la storia di un uomo che ha pagato con l'isolamento in manicomio il suo grande amore per la Norvegia.

Il giorno seguente lo dedico alla pittura; la Galleria Nazionale è ricchissima d tele dei più grandi Maestri dei colori ad olio. Così per gli amanti di Rembrandt è possibile ammirare i dipinti dei grandi artisti fiamminghi, per gli appassionati dell'impressionismo ci sono le opere di Cezanne, Monet, Gauguin e Van Gogh. Non manca naturalmente l'idolo locale Munch, il cui celebre "Urlo" è la principale attrazione del museo.
Dopo una sostanziosa cena vado a dormire presto, l'indomani all'alba ho il treno per Bergen, 8 lunghe ore di viaggio.


Taxi

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