giovedì 16 dicembre 2010

TAGLIATORI DI TESTE

"Questo non è un licenziamento:sono nuove prospettive..."

Nel film "Tra le nuvole", il protagonista Ryan Bingham, head-chopper (tagliatore di teste), è interpretato dall'affascinante figura di George Clooney. Ma l'ammiccante sorriso dell'attore americano sicuramente non sarebbe molto di conforto nel caso in cui qualcuno di noi, un giorno venisse convocato in ufficio per apprendere da uno sconosciuto e distinto manager in giacca e cravatta, la ferale notizia del nostro licenziamento.

Una volta erano le aziende stesse, sopratutto quelle piccole, che provvedevano ad espletare questo triste compito tramite gli adetti al personale, se non era il capo in persona a farlo.Oggi invece , per rendere l'evento piu' impersonale, freddo ed asettico, liquidano nei casi peggiori la questione tramite uno sbrigativo sms o fax, oppure si rivolgono ad agenzie esterne usando un metodo che ci viene direttamente dalla cultura liberista americana.


"Un licenziamento tramite sms non avrebbe valore da un punto di vista giuridico. Il licenziamento individuale deve essere fatto per iscritto, l’sms può essere una comunicazione anticipatoria ma, per la validità e l’efficacia dell’atto, a ciò deve seguire una lettera che giunge all’indirizzo del destinatario. Quindi c’è anche molto folclore in queste notizie. Per quanto riguarda i licenziamenti collettivi, prima di arrivare al licenziamento vero e proprio c’è una procedura molto precisa e complessa di consultazione sindacale, in base ad una legge del 91. In America invece avvengono licenziamenti solo per sms, ma nel nostro ordinamento non sarebbero validi. Molte aziende di cultura nord-americana hanno questo tipo di approccio perché pensano di essere più vicine alla forza lavoro." La testimonianza di Luca Failla, giuslavorista , ci rassicura ancora sul fatto che forse in Italia esista ancora un briciolo di giustizia sociale, non ancora totalmente distrutta da settant'anni di "libero mercato".


"Nella mia carriera ho licenziato circa 800 persone" precisa un ex head chopper (o "agenti di cambiamento" come preferiscono definirsi) .
"una volta mi spedirono in un'azienda friuliana che aveva 640 dipendenti. Ne licenziai 480. Era necessario: l'alternativa era il fallimento. Però feci il possibile per aiutarli a trovare un'altra occupazione".


Ovvio che la maggior parte di noi, davanti a simili personaggi, prova un certo fastidio per la durezza con la quale irrompono nella vita della gente qualunque. Poi magari ci si rende conto che tali professionalità (termine che vale come moneta sonante ai giorni nostri) non siano altro che una delle ovvie conseguenze del mondo del lavoro odierno, drogato da vessazioni e precariato.Tutte le Business School e tutti i libri di management e strategia si basano sul modello neoclassico di massimizzazione dei profitti degli azionisti, quindi ben vengano anche i corsi che trasformano il licenziamento in una vera e propria disciplina con tanto di apprendimento, procedure e tecniche, per spacciare al lavoratore come certezze quelle che invece sono solo illusioni.

Dal punto di vista di molti imprenditori possiamo vedere questi manager come abili risolutori di crisi finanziarie, docenti senza cattedra nelle materie di “leadership”, “soft skill”, “esecuzione operation”, “gestione cambiamento”, “svecchiamento e alleggerimento". Di sicuro la mansione di "tagliatori di teste"necessita di un bel pelo sullo stomaco, se non qualcosa di piu' visto che c'è anche chi si fa pagare un tanto a testa (e noi che perdiamo tempo ad usare ancora la parola etica in queste situazioni...) Nel film che ho citato prima tale cinismo viene descritto dal fatto che Clooney-Bingham viaggia su e giù per l'America, da un azienda ad un'altra a tagliare personale, con l'unico scopo di accumulare punti per la "card" della sua compagnia di aerea, ed essere il primo a raggiungere un tot di miglia volate da un solo cliente.




Marco

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