Mi è passato il blocco che colpisce gli scrittori.
..ok, diciamo pure che sono stata minacciata di morte e quindi sto scrivendo qualcosa giusto perché il ferro contro la nuca fa paura.
Come dicono i compagni che non si perdono una puntata che sia una della Rassegna Stampa non conforme di RADIOBANDIERANERA (riprenderà presto, da Lunedì a Venerdì dalle 13 alle 14..pubblicitànontantoocculta) dico cose sconclusionate e senza logica e mi capisco da sola o, al massimo, con altri 4 mentecatti che mi seguono…e, infatti, sto scrivendo per quei quattro mentecatti che mi leggono.
Preciso che non ho la più pallida idea di come si svilupperà questo “articolo” (madò) e che sto scrivendo a nastro colta da una finta ispirazione. Il titolo avrebbe già dovuto farvi presagire qualcosa di delirante ma spero di riuscire a trovare un argomento quanto prima.
Insomma, ho pensato “inizio a scrivere finchè non trovo qualcosa da scrivere”…un po’ come quei mongoflettici che parlano finchè non trovano qualcosa da dire. Qualcosa.
Parliamo di una cosa sobria che, stranamente, non abbiamo trattato manco di striscio e non mi spiego bene il perché dato che tra di noi (cioè tra me e i miei amici), dal vivo, ne abbiamo parlato abbastanza, parliamo di quel matto di Ivan Bogdanov.
Ne ho parlato con un amico serbo e mi ha detto che non capisce perché tanto clamore:
“E’ solo un ultras! Che ha fatto di strano?”.
Beh, effettivamente, mi sono resa conto che non si vedono più belle cose in giro.
A parte qualche rara eccezione. Si, mò sarete tutti scandalizzati, no? Oddio! Si inneggia alla violenza.
No, caro Giovanni – Studente di medicina, non inneggio a nulla. Sto facendo un ragionamento che, alla fine, un senso ce l’ha. Se non vuoi leggere, però, clicca sulla X che vedi a sinistra (perché tu usi l’apple, vero?) e torna a divertirti senza sfracassarcele.
Dicevo, alla fine, è solo un ultras.
Ma qual è la straordinarietà della faccenda?
No, non è la mole abnorme del soggetto, né il passamontagna, né la pinza, né i fumogeni, né il teschio sulla maglia. La cosa straordinaria è che è stata una “questione politica”.
“Etipareva? Stì maledetti mettono la politica in tutto! Solo perché Ivan “la bestia” faceva il saluto romano..”
No. Sbagli caro Giovanni – Studente di medicina, non è in questo senso che voglio parlarne.
Che poi, nessuno aveva dubbi che tutto stò stile non fosse da compagni. Questo mi pare OVVIO.
Dicevo, la straordinarietà della vicenda sta nel fatto che questi (il gruppo di Ivan) sono arrivati in Italia con l’intenzione di portare alla ribalta l’argomento che più gli sta a cuore: l’indipendenza del Kosovo.
Perché ritengono, giustamente, che il Kosovo sia il cuore della Serbia e sono, quindi, fortemente contrari all’indipendenza che gli è stata riconosciuta nel 1999.
Vi evito l’excursus storico, perché potrei raggiungere livelli di pesantezza e pignoleria inauditi e rischierei di ammorbarvi, ma partiamo proprio dal 1999. E analizziamo quello che è successo.
C’è da dire, però, che dal 1996 al 1999 i separatisti albanesi acuirono le violenze contro le istituzioni che scatenarono la repressione da parte della polizia e di formazioni paramilitari serbe(ad esempio, le Tigri di Arkan) che lottavano contro gli indipendentisti.
Detto questo, capirete da soli che tra l’ UÇK (Separatisti Kosovari-Albanesi) e le Tigri di Arkan non correva buon sangue. Era guerra aperta e cruenta.
Qualcuno pensò di fare il fenomeno. Qualcuno pensò, come al solito, a guadagnarci il più possibile. Qualcuno, credendo di avere il potere di decidere i destini dei popoli, ci mise il becco. E fu una tragedia.
Eravamo al ’99, no?
Ecco, andiamo al 24 marzo.
La Nato iniziò a bombardare la Serbia. I bombardamenti durarono per 77 giorni.
Ovviamente, anche qui, vi evito “tutta la guerra minuto per minuto” altrimenti non finisco più ma non posso non soffermarmi sulle fasi salienti e non posso non approfondire le motivazioni (quelle vere) di questa guerra infame.
Alcune fonti parlano di 600 raid aerei (di media) giornalieri sulla Serbia. Decine e decine di “obiettivi” vengono colpiti ogni giorno. Ci sono alcuni sbagli pesantissimi, bombe che finiscono per “errore” su zone residenziali, su treni che trasportano civili, su fabbriche, su campi profughi, su mercati, su ospedali, su scuole..
Il tenore della guerra, di 77 giorni di guerra, è stato tutto aereo, riducendo al minimo i rischi dei soldati NATO. Infatti alla fine della guerra si esultava per la piena riuscita di questa guerra moderna ed “umanitaria”..così come “è un atto umanitario ricostruire la Serbia”, si affrettava a dichiarare la Germania mentre le strade serbe ancora fumano. Evviva! Appalti su appalti, soldi su soldi per gli Stati che hanno acconsentito a questo scempio!
..senza contare che proprio grazie a questa guerra l’odio tra gli albanesi del Kosovo e i Serbi è aumentato a dismisura.
L’Italia non è stata da meno. Dalle basi italiane sono partiti i caccia bombardieri. D’alema, allora presidente del consiglio, autorizzò la NATO ad utilizzare lo spazio aereo italiano (poteva forse rifiutare con la presenza su suolo italiano di 113 tra basi ed installazioni militari americane?).
Insomma, questo è quello che dovete sapere prima di continuare a leggere questo scritto.
Adesso torno a parlare degli ultras che a Genova hanno scatenato il panico.
Ho avuto la fortuna di vedere in diretta TV quello che stava succedendo.
Ivan Bogdanov che tagliava la rete di protezione (vabbè, pietà per chi avuto l’idea di mettere quella rete, l’ho sempre detto)come se stesse potando il bonsai che ha sulla finestra. Altri ragazzi che facevano palesemente finta (e facevano finta perché se avessero voluto lo avrebbero spaccato in meno di 5 minuti) di voler spaccare la divisione in vetro che li separava dalle allegre famigliole allo stadio coi pop corn. La nazionale serba che saluta con “le tre dita” i propri sostenitori. Ivan che sfancula tutti e terrorizza i bambini facendo il dito medio (oddio! Che ovvove!). I cronisti della rai che hanno dimostrato ancora una volta la loro inettitudine..no, aspè, qua devo fare un’altra parentesi.
Sono stramazzata sul divano quando ho sentito un dialogo che faceva più o meno così:
“Ecco i giocatori serbi che vanno sotto la curva a calmare i tifosi!”
“Si, esatto, fanno un 3 con le dita..SALUTANO”
“Certo, LI STANNO PRENDENDO IN GIRO, guarda! SENZA DUBBIO questo gesto significa “calmatevi o perdiamo 3 a zero a tavolino” ecco, infatti stanno applaudendo proprio per prenderli in giro..”
Non riuscivo a credere alle mie orecchie.
Ma il peggio del peggio si è scatenato in internet.
Con pischelli pseudo, molto pseudo, ultras che dicevano che avevano mancato di rispetto all’Italia e che se a Genova ci fossero stati ultras decenti i serbi non si sarebbero comportati così.
E non sto scherzando!
C’era e c’è DAVVERO gente che pensa che i ragazzi serbi erano lì a sostenere la nazionale!
..srotolando uno striscione con scritto KOSOVO E’ IL CUORE DELLA SERBIA e bruciando bandiere albanesi, facendo saluti nazionalisti..
Ovviamente, poi, gli hanno accollato di tutto. Li hanno accusati di aver devastato Genova. Amici mi hanno confermato che hanno solo sporcato la piazza nella quale sono stati costretti dalla polizia per motivi di “ordine pubblico”. Hanno lasciato bottiglie vuote, hanno urinato agli angoli dei palazzi, hanno lasciato carte. Insomma, né più né meno di quello che fanno i compagni in ogni piazza di ogni città d’Italia. Se non ci tengono loro, immaginati quanto gliene frega ai nazionalisti serbi di mantenere la piazza in una condizione accettabile!
Ho provato immensa gioia ad immaginare la faccia di Maroni. Me lo sono immaginato in un ristorante che si allentava il nodo della cravatta, paonazzo, che parlava al telefono urlando di sparare a quell’energumeno col passamontagna.
In uno stadio italiano, in un “suo” stadio sono entrati passamontagna, pinze, fumogeni, mazze..
Bella botta dev’essere stata, eh?
..e adesso, per aver fatto questo sgarbo al signor (il minuscolo è voluto) Maroni, Ivan è in galera.
C’è chi si augura che sia stata buttata la chiave.
Magari sarà la stessa gente che non perde occasione per fare il suo dovere esprimendo il voto alle elezioni, sarà lo stesso probo cittadino che si infervora se viene interrotta una partita ma accetta passivamente che 600stronzi gli rubino il futuro. Sarà lo stesso probo cittadino che esulta per la vittoria a tavolino e non capisce che tanto il mutuo lui deve continuare a pagarlo, non ci sarà nessuna rata regalata. Sarà lo stesso cittadino che da bravo padre di famiglia ha accompagnato il figlio allo stadio riempiendolo di gadgets senza capire che qualcuno ha deciso che suo figlio non avrà mai un lavoro a tempo indeterminato. Lo stesso cittadino che inveisce contro la cattiva educazione dei serbi ma non ci vede nulla di male ad essere considerato un numero. Lo stesso cittadino che da quando c’è la tessera si sente più sicuro. Anzi, “per non rischiare la partita me la vedo su sky”.
Non so chi sia in realtà Ivan Bogdanov né che vita abbia.
Sicuramente, ci ha insegnato che quando hai qualcosa più grande per la quale combattere te ne fotti delle conseguenze.
Ed ora mi si potrà far notare che ha provato a scappare nascondendosi nel bagagliaio di un pullman.
E allora? Chi è lo stronzo che si sarebbe costituito per aver tagliato una rete?
Sono convinta che non credeva neanche di poter scatenare tutto ‘sto panico.
Mi dispiace solo che il suo obiettivo l’abbia mancato. Nessuno ha parlato della situazione serba e dell’indipendenza del Kosovo..tutti impegnati a fare a gara a chi si scandalizza di più per il dito medio di “Ivan il Terribile”. Nessuno ha parlato dell’ennesima guerra ingiusta. Nessuno ha parlato dell’ennesimo sopruso americano. Nessuno si è posto il problema di capire chi sono quei “matti” di Genova.
Ragazzi che nel ’99 avevano poco meno di 20 anni. Ragazzi che hanno vissuto orrori che noi neanche immaginiamo. Ragazzi che non si arrendono e non si rassegnano a vedere la propria terra svenduta.
Uomini che avrebbero da insegnare a chi non sa manco che sono le foibe o dove si trova la Dalmazia. Uomini che avrebbero da insegnare a chi si vanta del nonno nel 45 è scappato..è stato furbo! Uomini che avrebbero da insegnare a chi si tessera e si fa schedare perché combattere contro lo Stato è combattere una battaglia persa. Uomini che avrebbero da insegnare a chi “ma chi ve la fa fare a stare fino alle 5 a preparare striscioni? Vi pagassero, almeno..”
Ragazzi senza speranza, no?
Per certi versi, mi ricordano qualcuno..
Per quanto mi riguarda, onore a loro.
Finita
..ok, diciamo pure che sono stata minacciata di morte e quindi sto scrivendo qualcosa giusto perché il ferro contro la nuca fa paura.
Come dicono i compagni che non si perdono una puntata che sia una della Rassegna Stampa non conforme di RADIOBANDIERANERA (riprenderà presto, da Lunedì a Venerdì dalle 13 alle 14..pubblicitànontantoocculta) dico cose sconclusionate e senza logica e mi capisco da sola o, al massimo, con altri 4 mentecatti che mi seguono…e, infatti, sto scrivendo per quei quattro mentecatti che mi leggono.
Preciso che non ho la più pallida idea di come si svilupperà questo “articolo” (madò) e che sto scrivendo a nastro colta da una finta ispirazione. Il titolo avrebbe già dovuto farvi presagire qualcosa di delirante ma spero di riuscire a trovare un argomento quanto prima.
Insomma, ho pensato “inizio a scrivere finchè non trovo qualcosa da scrivere”…un po’ come quei mongoflettici che parlano finchè non trovano qualcosa da dire. Qualcosa.
Parliamo di una cosa sobria che, stranamente, non abbiamo trattato manco di striscio e non mi spiego bene il perché dato che tra di noi (cioè tra me e i miei amici), dal vivo, ne abbiamo parlato abbastanza, parliamo di quel matto di Ivan Bogdanov.
Ne ho parlato con un amico serbo e mi ha detto che non capisce perché tanto clamore:
“E’ solo un ultras! Che ha fatto di strano?”.
Beh, effettivamente, mi sono resa conto che non si vedono più belle cose in giro.
A parte qualche rara eccezione. Si, mò sarete tutti scandalizzati, no? Oddio! Si inneggia alla violenza.
No, caro Giovanni – Studente di medicina, non inneggio a nulla. Sto facendo un ragionamento che, alla fine, un senso ce l’ha. Se non vuoi leggere, però, clicca sulla X che vedi a sinistra (perché tu usi l’apple, vero?) e torna a divertirti senza sfracassarcele.
Dicevo, alla fine, è solo un ultras.
Ma qual è la straordinarietà della faccenda?
No, non è la mole abnorme del soggetto, né il passamontagna, né la pinza, né i fumogeni, né il teschio sulla maglia. La cosa straordinaria è che è stata una “questione politica”.
“Etipareva? Stì maledetti mettono la politica in tutto! Solo perché Ivan “la bestia” faceva il saluto romano..”
No. Sbagli caro Giovanni – Studente di medicina, non è in questo senso che voglio parlarne.
Che poi, nessuno aveva dubbi che tutto stò stile non fosse da compagni. Questo mi pare OVVIO.
Dicevo, la straordinarietà della vicenda sta nel fatto che questi (il gruppo di Ivan) sono arrivati in Italia con l’intenzione di portare alla ribalta l’argomento che più gli sta a cuore: l’indipendenza del Kosovo.
Perché ritengono, giustamente, che il Kosovo sia il cuore della Serbia e sono, quindi, fortemente contrari all’indipendenza che gli è stata riconosciuta nel 1999.
Vi evito l’excursus storico, perché potrei raggiungere livelli di pesantezza e pignoleria inauditi e rischierei di ammorbarvi, ma partiamo proprio dal 1999. E analizziamo quello che è successo.
C’è da dire, però, che dal 1996 al 1999 i separatisti albanesi acuirono le violenze contro le istituzioni che scatenarono la repressione da parte della polizia e di formazioni paramilitari serbe(ad esempio, le Tigri di Arkan) che lottavano contro gli indipendentisti.
Detto questo, capirete da soli che tra l’ UÇK (Separatisti Kosovari-Albanesi) e le Tigri di Arkan non correva buon sangue. Era guerra aperta e cruenta.
Qualcuno pensò di fare il fenomeno. Qualcuno pensò, come al solito, a guadagnarci il più possibile. Qualcuno, credendo di avere il potere di decidere i destini dei popoli, ci mise il becco. E fu una tragedia.
Eravamo al ’99, no?
Ecco, andiamo al 24 marzo.
La Nato iniziò a bombardare la Serbia. I bombardamenti durarono per 77 giorni.
Ovviamente, anche qui, vi evito “tutta la guerra minuto per minuto” altrimenti non finisco più ma non posso non soffermarmi sulle fasi salienti e non posso non approfondire le motivazioni (quelle vere) di questa guerra infame.
Alcune fonti parlano di 600 raid aerei (di media) giornalieri sulla Serbia. Decine e decine di “obiettivi” vengono colpiti ogni giorno. Ci sono alcuni sbagli pesantissimi, bombe che finiscono per “errore” su zone residenziali, su treni che trasportano civili, su fabbriche, su campi profughi, su mercati, su ospedali, su scuole..
Il tenore della guerra, di 77 giorni di guerra, è stato tutto aereo, riducendo al minimo i rischi dei soldati NATO. Infatti alla fine della guerra si esultava per la piena riuscita di questa guerra moderna ed “umanitaria”..così come “è un atto umanitario ricostruire la Serbia”, si affrettava a dichiarare la Germania mentre le strade serbe ancora fumano. Evviva! Appalti su appalti, soldi su soldi per gli Stati che hanno acconsentito a questo scempio!
..senza contare che proprio grazie a questa guerra l’odio tra gli albanesi del Kosovo e i Serbi è aumentato a dismisura.
L’Italia non è stata da meno. Dalle basi italiane sono partiti i caccia bombardieri. D’alema, allora presidente del consiglio, autorizzò la NATO ad utilizzare lo spazio aereo italiano (poteva forse rifiutare con la presenza su suolo italiano di 113 tra basi ed installazioni militari americane?).
Insomma, questo è quello che dovete sapere prima di continuare a leggere questo scritto.
Adesso torno a parlare degli ultras che a Genova hanno scatenato il panico.
Ho avuto la fortuna di vedere in diretta TV quello che stava succedendo.
Ivan Bogdanov che tagliava la rete di protezione (vabbè, pietà per chi avuto l’idea di mettere quella rete, l’ho sempre detto)come se stesse potando il bonsai che ha sulla finestra. Altri ragazzi che facevano palesemente finta (e facevano finta perché se avessero voluto lo avrebbero spaccato in meno di 5 minuti) di voler spaccare la divisione in vetro che li separava dalle allegre famigliole allo stadio coi pop corn. La nazionale serba che saluta con “le tre dita” i propri sostenitori. Ivan che sfancula tutti e terrorizza i bambini facendo il dito medio (oddio! Che ovvove!). I cronisti della rai che hanno dimostrato ancora una volta la loro inettitudine..no, aspè, qua devo fare un’altra parentesi.
Sono stramazzata sul divano quando ho sentito un dialogo che faceva più o meno così:
“Ecco i giocatori serbi che vanno sotto la curva a calmare i tifosi!”
“Si, esatto, fanno un 3 con le dita..SALUTANO”
“Certo, LI STANNO PRENDENDO IN GIRO, guarda! SENZA DUBBIO questo gesto significa “calmatevi o perdiamo 3 a zero a tavolino” ecco, infatti stanno applaudendo proprio per prenderli in giro..”
Non riuscivo a credere alle mie orecchie.
Ma il peggio del peggio si è scatenato in internet.
Con pischelli pseudo, molto pseudo, ultras che dicevano che avevano mancato di rispetto all’Italia e che se a Genova ci fossero stati ultras decenti i serbi non si sarebbero comportati così.
E non sto scherzando!
C’era e c’è DAVVERO gente che pensa che i ragazzi serbi erano lì a sostenere la nazionale!
..srotolando uno striscione con scritto KOSOVO E’ IL CUORE DELLA SERBIA e bruciando bandiere albanesi, facendo saluti nazionalisti..
Ovviamente, poi, gli hanno accollato di tutto. Li hanno accusati di aver devastato Genova. Amici mi hanno confermato che hanno solo sporcato la piazza nella quale sono stati costretti dalla polizia per motivi di “ordine pubblico”. Hanno lasciato bottiglie vuote, hanno urinato agli angoli dei palazzi, hanno lasciato carte. Insomma, né più né meno di quello che fanno i compagni in ogni piazza di ogni città d’Italia. Se non ci tengono loro, immaginati quanto gliene frega ai nazionalisti serbi di mantenere la piazza in una condizione accettabile!
Ho provato immensa gioia ad immaginare la faccia di Maroni. Me lo sono immaginato in un ristorante che si allentava il nodo della cravatta, paonazzo, che parlava al telefono urlando di sparare a quell’energumeno col passamontagna.
In uno stadio italiano, in un “suo” stadio sono entrati passamontagna, pinze, fumogeni, mazze..
Bella botta dev’essere stata, eh?
..e adesso, per aver fatto questo sgarbo al signor (il minuscolo è voluto) Maroni, Ivan è in galera.
C’è chi si augura che sia stata buttata la chiave.
Magari sarà la stessa gente che non perde occasione per fare il suo dovere esprimendo il voto alle elezioni, sarà lo stesso probo cittadino che si infervora se viene interrotta una partita ma accetta passivamente che 600stronzi gli rubino il futuro. Sarà lo stesso probo cittadino che esulta per la vittoria a tavolino e non capisce che tanto il mutuo lui deve continuare a pagarlo, non ci sarà nessuna rata regalata. Sarà lo stesso cittadino che da bravo padre di famiglia ha accompagnato il figlio allo stadio riempiendolo di gadgets senza capire che qualcuno ha deciso che suo figlio non avrà mai un lavoro a tempo indeterminato. Lo stesso cittadino che inveisce contro la cattiva educazione dei serbi ma non ci vede nulla di male ad essere considerato un numero. Lo stesso cittadino che da quando c’è la tessera si sente più sicuro. Anzi, “per non rischiare la partita me la vedo su sky”.
Non so chi sia in realtà Ivan Bogdanov né che vita abbia.
Sicuramente, ci ha insegnato che quando hai qualcosa più grande per la quale combattere te ne fotti delle conseguenze.
Ed ora mi si potrà far notare che ha provato a scappare nascondendosi nel bagagliaio di un pullman.
E allora? Chi è lo stronzo che si sarebbe costituito per aver tagliato una rete?
Sono convinta che non credeva neanche di poter scatenare tutto ‘sto panico.
Mi dispiace solo che il suo obiettivo l’abbia mancato. Nessuno ha parlato della situazione serba e dell’indipendenza del Kosovo..tutti impegnati a fare a gara a chi si scandalizza di più per il dito medio di “Ivan il Terribile”. Nessuno ha parlato dell’ennesima guerra ingiusta. Nessuno ha parlato dell’ennesimo sopruso americano. Nessuno si è posto il problema di capire chi sono quei “matti” di Genova.
Ragazzi che nel ’99 avevano poco meno di 20 anni. Ragazzi che hanno vissuto orrori che noi neanche immaginiamo. Ragazzi che non si arrendono e non si rassegnano a vedere la propria terra svenduta.
Uomini che avrebbero da insegnare a chi non sa manco che sono le foibe o dove si trova la Dalmazia. Uomini che avrebbero da insegnare a chi si vanta del nonno nel 45 è scappato..è stato furbo! Uomini che avrebbero da insegnare a chi si tessera e si fa schedare perché combattere contro lo Stato è combattere una battaglia persa. Uomini che avrebbero da insegnare a chi “ma chi ve la fa fare a stare fino alle 5 a preparare striscioni? Vi pagassero, almeno..”
Ragazzi senza speranza, no?
Per certi versi, mi ricordano qualcuno..
Per quanto mi riguarda, onore a loro.
Finita
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