E' una data importante, perchè grande importanza ha la nuova esperienza targata CasaPound Italia, esperienza che ha l'obiettivo di formare Uomini.
Sono le 15 di un Sabato pomeriggio e quindici sono anche le persone radunate su una scalinata antistante una chiesa. Sopra di loro una insegna gialla, che sembra patinata dal sudore: c'è scritto palestra. Ragazzi e ragazze che hanno deciso di strecciare i muscoli e drizzare la schiena, di rigenerarsi nei colpi piuttosto che affogare nel caffè annacquato di un centro commerciale addobbato da lucine fittizie. C’è chi si struscia nelle vie del centro per ridurre il contatto a merce. Per limitarlo. C’è chi invece il contatto lo cerca per sentirsi davvero, per conoscersi. Anche nel dolore.
Il nostro maestro è Mario Puccioni, che da subito ha aderito al circuito, per aiutare la diffusione delle arti marziali tra i giovani.
Questo primo incontro de "Il Circuito" è uno stage di Brazilian Jiu Jitsu, che Mario considera l'arte marziale che per eccellenza "conferisce stabilità al carattere, promuove grande forza fisica e agilità, e insegna che in ogni situazione "E' finita!" si dice solo alla fine."
La dimostrazione in sè per sè dura circa tre ore.
Le tecniche di lotta si alternano a momenti riflessivi/discorsivi sui moventi e sui risvolti pratici del Brazilian Jiu Jitsu.
Inizialmente studiamo le tre fasi in cui il combattimento tendenzialmente si svolge:
la prima, in piedi, in cui scocca la scintilla dell'alterco e in cui è assente il contatto tra le parti, la seconda nella quale si genera un ponte tra i contendenti e si ha il contatto (che può essere un abbraccio o uno strattone), la terza, studiata quasi esclusivamente dal Jiu Jitsu, che riguarda la lotta a terra.
La dimostrazione si concentra prevalentemente su quest'ultima fase, attraverso la sperimentazione di prese, leve, strangolamenti; viene sottolineata l'importanza di quest'ultimi nella realtà, visto che permettono di finalizzare l'avversario (costringerlo alla resa) senza lasciare tracce sul suo corpo e senza procurarsi lesioni alle proprie mani.
Proviamo anche alcuni ribaltamenti di fronte, nei quali chi è finito a terra, spalle al suolo, passa in posizione dominante sull'avversario, ottenendo un grosso vantaggio, attraverso un colpo di bacino e una leva con l'utilizzo di gambe e braccia.
Nella dimostrazione Mario ci fa capire la delicatezza e la pericolosità a cui, con movimenti incauti e troppo vigorosi, si va incontro, ma allo stesso tempo ci spiega che la lentezza dell'esecuzione non deve essere accompagnata da una mollezza del partner, che non deve essere troppo collaborativo.
Ma in questo articolo non voglio dilungarmi ulteriormente sullo svolgimento della lezione, non voglio elogiare Mario (e credetemi, meriterebbe tantissimi complimenti per la capacità che ha nell'insegnare quest'arte applicandola alla realtà di tutti i giorni), non voglio parlare del Brazilian Jiu Jitsu (a tal proposito vi rimando all'intervista fatta al nostro maestro qualche settimana fa: http://bsu-cultura.blogspot.com/2010/11/intervista-mario-puccioni-istruttore-di.html), preferisco soffermarmi su una riflessione fatta da Mario durante l'allenamento.
Il popolo italiano è un popolo in decadenza, vittima sacrificale del modello americano, si è totalmente imborghesito e appiattito; il popolo italiano ha dimenticato totalmente le sue origini, il popolo guerriero che era, è diventato un popolo di invertebrati.
Ebbene sì, ha dimenticato le sue origini: Marte, in latino Mars, il Dio della guerra, secoli or sono rappresentava il padre del popolo romano e di tutte le genti italiche, il padre di Romolo e Remo; i Romani si chiamavano tra loro figli di Marte.
Come dice qualcuno, il caso non esiste.
Eppure se si potesse in questo momento fare una fotografia al nostro popolo non potremmo assolutamente dire di essere i discendenti di guerrieri:
"..vedere palestre ammassate di ragazzi che cercano di somigliare a ciò che dicono Calvin Klein o Tommy Hilfiger", citando Fight Club, invece che ammassate da uomini pronti a superare ogni proprio limite attraverso il combattimento, è terrificante.
Ed è proprio questa la missione de il Circuito Combattenti di CPI:
ridare forza dignità vigore al popolo italiano, essere parte integrante del processo di formazione di Uomini e Guerrieri.
Questo perchè solo uomini con spirito guerriero possono aspirare a rivoluzionare un mondo conformatosi su valori borghesi, un mondo per il quale "Sei il lavoro che fai, la quantità dei soldi che hai in banca, la macchina che guidi, i vestiti di marca che indossi".
Come ha detto nell'intervista Mario, le arti da combattimento devono essere veri pilastri educativi, perchè insegnano a guardarsi dentro sopportando la vista delle schifezze che si osservano, lottando per migliorare almeno un po', avendo come esempio le grandi civiltà del passato ( India vedica, Egitto delle dinastie faraoniche, Grecia classica e Roma dei Cesari) tutte caratterizzate da culture nelle quali la lotta impera.
In questa direzione va CasaPound Italia.
Questo primo incontro de "Il Circuito" è uno stage di Brazilian Jiu Jitsu, che Mario considera l'arte marziale che per eccellenza "conferisce stabilità al carattere, promuove grande forza fisica e agilità, e insegna che in ogni situazione "E' finita!" si dice solo alla fine."
La dimostrazione in sè per sè dura circa tre ore.
Le tecniche di lotta si alternano a momenti riflessivi/discorsivi sui moventi e sui risvolti pratici del Brazilian Jiu Jitsu.
Inizialmente studiamo le tre fasi in cui il combattimento tendenzialmente si svolge:
la prima, in piedi, in cui scocca la scintilla dell'alterco e in cui è assente il contatto tra le parti, la seconda nella quale si genera un ponte tra i contendenti e si ha il contatto (che può essere un abbraccio o uno strattone), la terza, studiata quasi esclusivamente dal Jiu Jitsu, che riguarda la lotta a terra.
La dimostrazione si concentra prevalentemente su quest'ultima fase, attraverso la sperimentazione di prese, leve, strangolamenti; viene sottolineata l'importanza di quest'ultimi nella realtà, visto che permettono di finalizzare l'avversario (costringerlo alla resa) senza lasciare tracce sul suo corpo e senza procurarsi lesioni alle proprie mani.
Proviamo anche alcuni ribaltamenti di fronte, nei quali chi è finito a terra, spalle al suolo, passa in posizione dominante sull'avversario, ottenendo un grosso vantaggio, attraverso un colpo di bacino e una leva con l'utilizzo di gambe e braccia.
Nella dimostrazione Mario ci fa capire la delicatezza e la pericolosità a cui, con movimenti incauti e troppo vigorosi, si va incontro, ma allo stesso tempo ci spiega che la lentezza dell'esecuzione non deve essere accompagnata da una mollezza del partner, che non deve essere troppo collaborativo.
Ma in questo articolo non voglio dilungarmi ulteriormente sullo svolgimento della lezione, non voglio elogiare Mario (e credetemi, meriterebbe tantissimi complimenti per la capacità che ha nell'insegnare quest'arte applicandola alla realtà di tutti i giorni), non voglio parlare del Brazilian Jiu Jitsu (a tal proposito vi rimando all'intervista fatta al nostro maestro qualche settimana fa: http://bsu-cultura.blogspot.com/2010/11/intervista-mario-puccioni-istruttore-di.html), preferisco soffermarmi su una riflessione fatta da Mario durante l'allenamento.
Il popolo italiano è un popolo in decadenza, vittima sacrificale del modello americano, si è totalmente imborghesito e appiattito; il popolo italiano ha dimenticato totalmente le sue origini, il popolo guerriero che era, è diventato un popolo di invertebrati.
Ebbene sì, ha dimenticato le sue origini: Marte, in latino Mars, il Dio della guerra, secoli or sono rappresentava il padre del popolo romano e di tutte le genti italiche, il padre di Romolo e Remo; i Romani si chiamavano tra loro figli di Marte.
Come dice qualcuno, il caso non esiste.
Eppure se si potesse in questo momento fare una fotografia al nostro popolo non potremmo assolutamente dire di essere i discendenti di guerrieri:
"..vedere palestre ammassate di ragazzi che cercano di somigliare a ciò che dicono Calvin Klein o Tommy Hilfiger", citando Fight Club, invece che ammassate da uomini pronti a superare ogni proprio limite attraverso il combattimento, è terrificante.
Ed è proprio questa la missione de il Circuito Combattenti di CPI:
ridare forza dignità vigore al popolo italiano, essere parte integrante del processo di formazione di Uomini e Guerrieri.
Questo perchè solo uomini con spirito guerriero possono aspirare a rivoluzionare un mondo conformatosi su valori borghesi, un mondo per il quale "Sei il lavoro che fai, la quantità dei soldi che hai in banca, la macchina che guidi, i vestiti di marca che indossi".
Come ha detto nell'intervista Mario, le arti da combattimento devono essere veri pilastri educativi, perchè insegnano a guardarsi dentro sopportando la vista delle schifezze che si osservano, lottando per migliorare almeno un po', avendo come esempio le grandi civiltà del passato ( India vedica, Egitto delle dinastie faraoniche, Grecia classica e Roma dei Cesari) tutte caratterizzate da culture nelle quali la lotta impera.
In questa direzione va CasaPound Italia.
Per finire consigliamo nuovamente ai nostri lettori la lettura del blog gestito da Mario Puccioni e dal Team Centurion, da lui fondato insieme a Federico Tisi: http://www.team-centurion.blogspot.com/
Renato - Francesco
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