mercoledì 22 settembre 2010

23/09/1943 - Per un'altra Repubblica

"Duce vi servo nel Fascismo da 22 anni come in una Milizia Sacra. Per Voi ho dato del mio sangue, della mia libertà. Sono pronto a darvi la vita." Mario Piazzesi

"Camerati si ricomincia. Siamo gli stessi del '21" Alessandro Pavolini



Il 23 settembre 1943 nasce la Repubblica Sociale Italiana, la repubblica dell'Esempio e dell'Onore, la repubblica di chi non tradì, di chi preferì andare incontro alla morte piuttosto che strisciare davanti all'invasore anglo-americano.




La Repubblica Sociale Italiana rappresenta il messaggio completo e assoluto lasciato alle future generazioni dagli autori di un capolavoro di 20 anni, dai protagonisti del regime Fascista, da chi aveva servito con corpo ed anima l'Italia:
-da una parte i fedelissimi - le brigate nere sono il fulgido esempio di questa irriducibile fede - disposti al massimo sacrificio per difendere la sacralità dell'Idea;
-dall'altra la grande spinta sociale -palesata dalla carta di Verona del 14 Novembre 1943: concretizzazione di una lotta unilaterale contro tutte le internazionali del potere (da quelle economiche-finanziarie a quella politiche, finanche quelle religiose), spinte tendenti alla subordinazione del privato al pubblico, concezione del lavoro come base e fondamento della Repubblica, sublimazione e superamento della dialettica servo-padrone, socializzazione delle imprese, garanzia e tutela della proprietà privata ma solo se indirizzata a funzione sociale, diritto alla proprietà della casa.





A 67 anni dalla fondazione, ciò che ancora vive, ciò che arde nel ricordo della Repubblica Sociale, ciò che regna imperituro nell’Idea che la Repubblica ha incarnato e sostanziato, è un qualcosa di cui l’Italia sente la mancanza.

E’ l’immagine di un popolo che non cede e che combatte con orgoglio e con voglia di riscatto, come mai, da lì in poi, avrebbe combattuto. E’ l’immagine nitida e poetica dello spirito di sacrificio ed abnegazione. L’immagine dei volontari delle Brigate Nere che vanno al patibolo fischiettando e intonando cori goliardici. L'immagine del 1° esercito femminile (Servizio Ausiliario Femminile) e l'eroico sacrificio di 7237 Donne. L'immagine del ministro Bombacci che, a pochi giorni dalla sconfitta definitiva, tiene un comizio sulla grande portata del socialismo repubblicano davanti a 30000 persone. L'immagine di chi ha continuato a lottare per la terza via nello scontro della civiltà del sangue contro quella dell'oro. Immagini che non possono sbiadire. Immagini che il tempo non può corrodere.

Nonostante l’epurazione, nonostante il tentativo di infangarne la memoria, nonostante le mistificazioni storiche dell’egemonia post-fascista, nonostante l’opera di smantellamento delle più lungimiranti delle riforme socializzatrici e delle più perspicaci idee di Stato, nonostante tutto ciò, l’Idea della Repubblica Sociale è più viva che mai.

Per questo noi oggi ricordiamo l'unica Repubblica Sociale e Italiana, l'unica repubblica Libera e Sovrana, la Repubblica consacrata col Sangue e con l'Onore, con la Fedeltà dei suoi figli.
Per questo noi onoriamo chi ha lottato "per un'altra Repubblica".

Renato - Tommaso

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