martedì 3 agosto 2010

Valentino Rossi: voglio una vita spericolata!

Devo dire la verità: iniziando a scrivere questo articolo mi sento un pò triste e allo stesso tempo nostalgico perchè, è inutile girarci intorno, oggi solo i grandi sportivi danno all'Italia l'immagine che merita, solo i grandi sportivi fanno brillare il nostro Paese diventato terra di mercanti, corrotti, pavidi, ecc ecc. Sono nostalgico di quei tempi in cui essere italiano era motivo d'invidia per tutto il resto del mondo.


Nel marzo 2010 il ministro Frattini consegna a Valentino Rossi il primo Winning Italy Award, per il suo contributo alla valorizzazione dell'immagine dell'Italia nel mondo.
Ovviamente premio strameritato.
A chi darlo di questi tempi, se non al miglior motociclista di tutti i tempi?
Al motociclista capace di migliorarsi e di sorprendere per tutta l’arco della sua lunga carriera (15 anni)? Di vincere 9, e dico NOVE, titoli mondiali?
Ma soprattutto al campione capace di distruggere, prima di tutto moralmente, ogni avversario da Biaggi a Gibernau per finire al ducatista Stoner che, dopo un anno memorabile (titolo mondiale nel 2007), è crollato sotto i colpi letali del fenomeno.
Valentino sulla moto è inarrivabile, grazie anche alla sua spregiudicatezza, che ci fa impazzire ogni gara, ci fa saltare sul divano, ci fa “cappottare dalla sedia” come dice Guido Meda.



“Io do il tutto per tutto pur di arrivare primo invece che racimolare punti, non ho nessuna intenzione di vincere il campionato del mondo piazzandomi terzo o quarto tutte le volte”
Gilles Villeneuve


Spendere troppi aggettivi è inutile, per capire il suo valore meglio ricordare 3 grandi sorpassi:
Spendere troppi aggettivi è inutile.
Per capire il suo valore meglio ricordare 3 grandi sorpassi:
-Philipp Island 2004: Rossi è secondo e, mantenendo la posizione vince il titolo mondiale. Ma a lui non piace una vittoria normale: all’ultima curva con un sorpasso mozzafiato beffa Gibernau e fa impazzire l’Italia sportiva; Che Spettacolo il suo (ma anche il nostro) commento!

-Laguna Seca 2008: The doctor (questo il suo soprannome) svernicia Stoner alla famosa curva cavatappi passando all’interno, sulla terra, a almeno mezzo metro oltre il cordolo; a fine gara affermerà che “se la pista non basta e la terra ha un buon grip, perché non sfruttare questo vantaggio?”



-Catalogna 2009: Valentino è dietro Lorenzo, che è molto bravo a chiudere ogni spazio; all’ultima curva succede però l’incredibile, il dottore si fa beffa di ogni limite, si butta negli unici 30 cm di pista e d’aria lasciati liberi dalla spagnolo e lo sorpassa in un punto dove si pensava fosse impossibile anche solo tentare.




Non ci sarebbe niente da aggiungere, basterebbe ciò a consegnare Rossi alla storia.
Ma lui non si accontenta mai.
A giugno nella sua pista, il Mugello, cade riportando la frattura scomposta ed esposta di tibia e perone: almeno due mesi di stop la prognosi.
Mondiale finito, anche perché Lorenzo crea un abisso tra sé e gli avversari rimasti in gioco; proprio per questo tutti consigliano a Valentino un recupero lento e completo, in modo da tornare al meglio nel 2011.
Ma lui che fa? Se ne strafotte dei consigli dei pavidi, torna dopo un mese con stampelle e tanti dolori, ottenendo un quarto posto in Germania e un terzo negli Stati Uniti.

Solo così si diventa Leggenda. Senza paura, alzando sempre la soglia di ogni limite, spalancando il gas quando i piloti normali frenano.



"Voglio una vita spericolata" cantava l’omonimo Rossi.
"Apri il gas a martello" grida Guido Meda.
Facci divertire ancora a lungo, Campione!



P.S. L’articolo è stato scritto da un tifoso Ducati che ha goduto come pochi, nel 2007, quando Stoner bastonava tutti.
Per il prossimo anno ho un grande sogno: vedere la Rossa rivincere con il Rossi nazionale.
E allora si che potrò gridare dal cuore
"CHE SPETTACOLO!"



Renato

1 commento:

  1. "La guida di Rossi è ardito-futurista-squadrista. Rapidità d' esecuzione con molta attenzione alla bellezza. E' cultura e ascesi. Precisione e follia. In pratica il fascismo.
    In pista Rossi ha il pugnale tra i denti e un paio di bombette nella cintura."

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