mercoledì 25 agosto 2010

OCCUPAZIONE!

INTERVISTA A MIMMO GIANTURCO, RESPONSABILE DI CASAPOUND CALABRIA


E' già alto il sole quando il nucleo fiorentino di CasaPound giunge a dare man forte ai ragazzi di CasaPound Calabria, che da qualche ora occupano una struttura abbandonata in uno dei quartieri più disagiati di Lamezia Terme. Scendiamo dalle macchine e ci guardiamo intorno. Davanti a noi si dispiega un panorama quasi post – atomico.

Palazzoni di cemento tirati su in pieni anni '80 per far fronte all'emergenza abitativa, e lasciati a sè stessi, preda di vandali e balordi. Se ne contano almeno una decina, ma sicuramente, oltre i disastrati profili dei più grandi, devono essercene altri.

Da oggi, però, ce n'è uno in meno.
Non è possibile sbagliarsi: i tricolori che sventolano dalle terrazze ammuffite del palazzo che abbiamo di fronte parlano da soli. E bastano quelle bandiere, che a malapena i legacci riescono a tenere agganciate ai sostegni, a far capire che il vento, da queste parti, sta cambiando. Queste mura, rimaste per decenni immobili, statiche, grigie, sembrano aver preso vita. Il colore e il movimento hanno violato finalmente quel monumento alla sconfitta sociale, che fino a ieri ricordava a tutti quanto può essere pesante, grigio e inutile uno Stato che non ha cura della sua gente.

Quello che fino a ieri era una tetra catacomba oggi è un brulicare di braccia, che costruiscono sulle macerie dell'abbandono un pezzo di Italia Nuova. Ci si apre la strada fra i calcinacci, che vengono metodicamente raccolti e stipati in grandi sacchi di plastica. Si abbattono i roveti, cui anni di incuria avevano consegnato il giardino. Si ridipingono le pareti, sulle quali il degrado aveva vomitato ogni tipo di oscenità. Si puliscono i pavimenti, che si rivelano straordinariamente brillanti una volta rimossa la coltre di polvere marrone che soffoca tutto il palazzo.
I ragazzi di CasaPound lavorano gomito a gomito con gli inquilini.

E tutti sorridono di un sorriso beffardo, che non nasconde la soddisfazione di chi, schiacciato dalla banalità del nostro mondo, sceglie di alzare la testa e, pazientemente, darsi da fare per riprendersi tutto.

Arriva la sera, la notte ci priva della luce necessaria a continuare il lavoro. Ci si prepara a vegliare sul nuovo avamposto d'Italia. Non siamo su un pianeta sconosciuto, nè ai margini di una nuova frontiera. Eppure è davvero un avamposto, perchè questa nostra terra, accartocciata su sè stessa, non ha neanche la forza di reggersi in piedi. Servono nuove fondamenta sulle quali ricostruire un mondo in rovina, e sopra di esse dei nuovi pilastri sui quali poggiare il suo futuro.

L'Estremocentroalto è il fondamento, CasaPound il pilastro.

Ceniamo. Le schiene stanche si abbandonano sugli schienali. Le terrazzine sulle quali al mattino sventolavamo orgogliosi i nostri colori, diventano finestre sulle quali ci affacciamo, discutendo con i ragazzi con cui abbiamo lavorato fianco a fianco. Ci sonosciamo meglio, nel pomeriggio avevamo scambiato solo poche chiacchiere. La birra ghicciata premia la gola e rinfranca lo spirito. Ci prepariamo per il turno di guardia. Mentre la prima squadra si dispone per la veglia, iniziamo a scrivere alcune domande che nei giorni seguenti sottoporremo a Mimmo Gianturco, Responsabile di CasaPound Calabria.

Ciò che di seguito vi proponiamo, è una raccolta di domande che abbiamo realizzato nel corso delle due settimane successive all'Occupazione.

D: Cosa rappresenta per Casapound Italia Lamezia Terme il 7 agosto 2010?

R: L' inizio di un nuovo cammino. Un cammino fatto di molti sacrifici ma anche di tante soddisfazioni. Il 7 agosto per noi è il punto di rottura con i vecchi schemi, è il giorno in cui la nostra comunità militante, insieme a 9 famiglie lametine, ha deciso di riprendersi tutto ciò che gli spetta, iniziando dalla casa.

D: Il 7 agosto avete occupato uno stabile lasciato al degrado per oltre 15 anni. Come lo trasformerete?
R: Il 7 agosto è nata CasaPound Lamezia Terme, e abbiamo consegnato 9 alloggi popolari per giovani famiglie italiane non proprietarie di altre abitazioni.
Presto trasformeremo questo immobile in un avamposto sociale:
allestiremo un circolo ricreativo per giovani e anziani, una biblioteca/libreria, una sala convegni, un cineforum, una palestra popolare, una sala prove e registrazione per giovani musicisti, organizzeremo corsi gratuiti di italiano, di inglese e di personal computer, daremo gratuitamente assistenza a giovani madri, consulenza fiscale e legale.

D: Qual'è la risposta del quartiere, come viene visto il vostro progetto?

R: La risposta più eloquente è lo striscione, attaccato nel palazzo difronte al nostro stabile, <<>>.
Inoltre il vicinato ha indetto una raccolta firme mirata a difendere la nostra permanenza in via Cianflone dalla richiesta di sgombero fatta dai carabinieri. Adirritura alcune famiglie oramai quotidianamente vengono nella nostra strutturta per passare con noi le calde serate lametine e per dimostrarci vicinanza.
I ragazzi e soprattutto i bambini sono davvero entusasti della nostra presenza. Fin dal mattino riempiono il nostro cortile "obbligandoci" a giocare con loro, ciò ci riempie di gioia.
Il progetto sociale che abbiamo in mente per la struttura e il quartiere intero entusiasma tutto il vicinato.

D: Le istituzioni locali si sono mosse? Hanno dato risposta alle richieste delle famiglie?

R: Le istituzioni locali sono assenti da anni.
Stanno continuando l' opera di tutela verso le loro lobby di appartenenza.
All'interno dello stabile ci sono 10 minorenni, ma nè l'assessore alle politiche sociali né nessun dipendente del suo ufficio è venuto a informarsi su come vivono i ragazzini.
Ciò dimostra quanto interesse ha l'amministrazione comunale verso le politiche sulla famiglia.

D: Parlando con alcuni degli occupanti mi hanno particolarmente colpito alcune ferme prese di posizione: "Ciò che non ci da lo Stato ce lo prendiamo Noi" "La nostra battaglia non termina qua!" Pensi di essere riusciti a risvegliare l'animo di queste persone, di aver trasmesso loro il vostro coraggio e la vostra voglia di lottare?

R: Non so se sia stata la nostra giovinezza o se è merito della situazione, fatto sta che come dici tu queste persone hanno ritrovato grinta e coraggio.
Sono stato coinvolte in un grande atto rivoluzionario, ciò gli ha fatto solo del bene.

D: Visto che questa intervista andrà sul blog del Blocco Studentesco Università di Firenze, ci tengo a farti una domanda: come si stanno comportando i giovani universitari calabresi?

R: Lavorano e si danno da fare, fatto sta che dovranno impegnarsi sempre di più.
L'arditismo e la capacità politica sono dati dalla militanza e dal sacrificio, solo così si sta sempre un passo avanti rispetto al grigiore che ci circonda.


2 commenti:

  1. tornato oggi dalla "vacanza" più bella della mia vita.
    Viva CasaPound Lamezia Terme!

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