martedì 28 dicembre 2010

Dov'è la Libertà?

Negli ultimi anni si è sentito molto parlare della poca libertà che rimane nel nostro Paese, di comesia impossibile far circolare liberamente l'opinione, in un sistema mediatico monopolizzato da un omino di bassa statura, sulla settantina, con un notevole impero finanziario fra le mani.

E' vero, il soggetto in questione ha il controllo diretto o indiretto di molti mezzi di informazione, è onnipresente e fondamentalmente fa quel che gli pare (come tutti nella sua posizione da circa 70 anni, del resto) però proprio non mi torna una cosa: se veramente la nostra democrazia è in pericolo, come mai i suoi “partigiani” possono gridarlo a tutta la nazione su reti nazionali in prima serata?

Come fanno a denunciare impunemente i cosiddetti metodi fascisti (?!) che loro e l'Italia tutta devono subire? Ritengo molto più probabile invece che la mancanza di idee, di spirito, di proposte valide abbia portato gli intellettuali, sinceri democratici, a cavalcare la sempreverde politica dell' “Anti”. Francamente mi capita fin troppe volte di sentire strillare di libertà, mentre i suoi “paladini” fanno i loro porci comodi nell'impunità più totale, dal vandalismo fine a se stesso, ai cortei non autorizzati, ai metodi mafiosi, per arrivare in fin dei conti a fare il gioco del governo di turno (come sta accadendo in questi giorni a Roma e in molte città italiane).

Beh, secondo me questa gente dovrebbe farsi un'esame di coscienza: uscire di casa e guardarsi attentamente intorno. Chi è più libero nell'anno 2010? Siamo spiati in continuazione, quando usiamo il telefono o il computer, quando preleviamo denaro, quando entriamo in autostrada o andiamo allo stadio, per ogni cosa che facciamo, anche solo per svago, veniamo ripresi, ascoltati, rintracciati, schedati e segnalati. E sembra anche farci piacere, dato che i programmi di maggior successo da 10 anni a questa parte consistono in persone rinchiuse dentro casescuolefattorieisoleastronavimanicomilatrine piene zeppe di telecamere “nascoste” a farsi riprendere 24 ore su 24. Per non parlare del bisogno quasi morboso di avere un account su un social network a mettersi in mostra davanti ai propri 25.000 amici “intimi”.

Persino le telecamere per le strade, che fino a pochi decenni fa venivano descritte dalla letteratura e dalla cinematografia fantascientifiche come una presenza inquietante ed opprimente, oggi vengono definite “telecamere amiche”. Che carino, della serie “sorridi, ti stanno spiando”. Quindi, cari i miei amici democratici di ogni fede e colore: non so dove siete stati tutto questo tempo, ma forse è il caso di aprire un po' gli occhi. La libertà che tanto invocate e adorate l'avete venduta tanto tempo fa, barattandola con il benessere e con l'egualitarismo che va bene a tutti: quello del consumo.

Io e altri come me scegliamo di combattere e cambiare tutto questo schifo che avete creato in questi fertili ed illuminati anni di democrazia, forse è l'unica libertà che ci resta, ma almeno noi preferiamo non lasciarci incatenare e continuare a considerarci liberi, nonostante tutto.


Guglielmo

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