domenica 10 ottobre 2010

DIARIO D'IRLANDA - Seconda Parte

ISOLE AARAN - GALWAY


5 Settembre - Ci alziamo presto, verso le 7.00. Il nostro treno per la contea di Galway parte alle 8.30 e non abbiamo nessuna intezione di perderlo. Nonostante le ore piccole fatte la sera prima e le guinness ancora in circolo, prendiamo le nostre valigie e ci rechiamo in stazione.
Acquistiamo 2 biglietti per i carissimi e lentissimi treni irlandesi (48 euro a testa per fare neanche 300 km in piu di 3 ore) e saliamo a bordo. Abbiamo almeno la consolazione di trovare un treno pulito e accogliente, che ci permette di rimetterci a dormire. Arriviamo alla stazione centrale di Galway per le 12.00 circa e ci rechiamo subito alla biglietteria Island Ferries per ritirare i biglietti che dal porto di Rosseavel ci condurranno sulla piu' grande delle Isole Aaran, Inishmor. Il caratteristico autobus a due piani parte alle 12.30 circa e, viaggiando lungo la costa, ci permette di ammirare una splendida campagna verde acceso con sullo sfondo un oceano blu intenso: veramente una meraviglia! Dopo 50 minuti circa arriviamo al piccolo porto di Rosseavel. Il vento è abbastanza forte. Ci incamminiamo preoccupati, visto che molto spesso i traghetti sono costretti a non partire anche per giorni a causa del maltempo. Fortunatamente non sara' cosi. Partiamo addirittura in orario, ma non appena usciti dal piccolo golfo che riparava la banchina, il mare comincia a salire e il nostro piccolo aliscafo e' costretto a procedere a bassa velocità, sbalzato dalla marea. Alle 14.30 arriviamo finalmente ad Inishmor. Notiamo alcuni dei nostri compagni di viaggio decisamente provati dal mal di mare (anche se nessuno di questi vagamente paragonabile a Finita).


Appena attraccati porto di Kilronan (cosi' si chiama il paesino centro dell'isola) capiamo subito di non essere sbarcati in un posto qualunque. Ci troviamo davanti a uno spettacolo mozzafiato, un paesaggio misterioso trasudante di storia e spiritualità: un connubio di prati verdi e fioriti, di macigni, di rocce calcaree, di piccole spiagge oceaniche, di imponenti scogli e di piccoli muri a secco che corrono in lungo e in largo per tutta l'isola, al cui interno pascolano mucche, capre, pecore, muli e ogni tipo di animale da fattoria. Le case sono tutte ad un solo piano, e ricordano piccole fattorie. L'isola e' una striscia di terra lunga 14 km, ed è abitata da un migliaio scarso di abitanti. Il servizio taxi alle Isole Aaran e' svolto dai cittadini stessi che con la propria macchina (o molto spesso furgoncini a 9 posti), con la quale offrono passaggi per 5 euro. Ne fermiamo uno, gli indichiamo il nome del nostro Bed and Breakfast, aspettiamo che il pulmino sia pieno e partiamo. Durante il breve viaggio rimaniamo ammaliati dalla forza dall'anima incontaminata che pervade l'intera isola, specialmente quando comincia una fitta pioggia che ingrigisce l'orizzonte.


Ci sistemiamo e decidiamo di partire subito alla scoperta dell'isola. La gentilissima proprietaria del B&B si offre di darci uno strappo perchè sta scendendo in città a fare shopping. Accettiamo e ci dirigiamo ansiosi verso quella che e' considerata (a ragione) l'attrattiva piu' importante di tutto il comprensorio: Il Fortino Celtico di Dun Aengus. Ci facciamo lasciare ai piedi della salita che porta in cima all'antica costruzione, visitiamo il piccolo museo informativo e iniziamo a salire per il sentiero che conduce nell parte piu' alta dell'isola. Intorno a noi streminati prati verdi contornati dall'oceano che all'orizzonte assottigliandosi sembra toccare il cielo,dopo circa 20 minuti di cammino a buona andatura ci troviamo di fronte a una distesa di cavalli di frisia (spuntoni di pietra disseminati su tutta la collina utili anticamente per rendere impervia l'avanzata a eventuali nemici).

Intorno a noi si sentono i boati delle maree oceaniche, che proveniendoi da ovest si infrangono sulla parete a precipizio della scogliera alta almeno 60 metri. Acceleriamo il passo, e dopo pochi minuti arriviamo al cospetto del Dun Aengus (Dun Aonghasa, in gaelico). Questo forte celtico risale a circa il 1000 avanti cristo ed e' costituito da 4 cerchi concentrici di mura a secco alte fino a 4 metri. Le cinte murarie non sono chiuse

perchè sul lato Ovest il fortino termina in uno strapiombo di quasi 100 metri a picco sull'oceano. Difficile spiegare le sensazioni che si provano a camminare dentro Dun Aengus, a sfiorare le sue pietre segnate dai venti e dalle piogge, ad affacciarsi lungo il lastrone che stazione nel punto più alto del forte, dal quale si può comodamente osservare il dirupo sottostante e godersi l'oceano abbracciare le scogliere sottostanti. Le parole, credeteci, non bastano.


La sera ceniamo in un ristorante locale mentre comincia a battere bufera. L'isola e' spazzata da forti venti che ci consigliano, nonostante la spettacolarita' di questo fenomeno, di rientrare in stanza. Il tempo di bere una tazza di the offerto dalla padrona del Bed and Breakfast e di guardare in TV le immagini della finale del campionato di Hurling (insieme al calcio gaelico uno dei due sport nazionali irlandesi) e andiamo a riposare.


6 Settembre - E' il compleanno di Saverio e ci concediamo qualche

ora di sonno in più. Ci resta ancora un po' di tempo prima della partenza del traghetto e decidiamo di andare a vedere un altro sito il "Na Seacht dteampaill" composto da due chiese, alcune abitazioni monastiche e da un enorme croce celtica risalente al VII-VIII secolo. Sulla strada verso il porto riusciamo anche ad ammirare da lontano la spiaggia di Port Chorruch, una piccola riserva naturale popolata da una colonia di foche.

Sono le 13.30 quando il nostro traghetto si allontana dal porto di Kilronan e prima di perdere di vista Inishmore gli promettiamo che un giorno torneremo. Dopo ave

r fatto a ritroso anche il percorso in pulmann arriviamo nella citta' di Galway (Gaillimh), nato come un villaggio di pescatori ed evoluto in pochi anni in una una grande città. Ci sistemiamo in hotel e decidiamo di riposare aspettando la sera per uscire. Verso le 19.00 imbocchiamo la piazza centrale della citta', l' "Eire Square", e andiamo in cerca di un ristorantino tipico. Lo troviamo di li' a poco, e ci troviamo a gustare un'ottima cena irlandese. Vicino a noi un mulino ancora attivo sul fiume "River Corrib", famoso per essere il fiume piu' corto d'europa che collega il Lough Corrib al mare. Dopo cena optiamo per un giro in centro, ci facciamo una foto vicino alla statua di James Joice (la cui moglie era originaria di Galway) e infiliamo nell'enorme pub sotto l'Hotel. Il tempo di un paio di Guinness e saliamo in stanza: un'ulteriore dormita è necessaria, in vista del tour della citta' della mattina seguente.

7 Settembre - Ci alziamo presto e partiamo,come sempre con Loonely Planet alla mano, per la visita della citta' rinomata per essere “la piu' irlandese delle citta' irlandesi” . La nostra prima tappa sara' la "Collegiate Church of St Nicholas of Myra", la piu' grande chiesa medievale d'Irlanda ancora aperta al culto (eretta nel 1320). Proseguiamo passando davanti al Lynch's Castle, situato nel centro citta'. Le varie ristrutturazioni e l'attuale destinazione d'uso (sede di una banca) lo fanno apparire come poco piu' di un bel palazzo. Costeggiando il River Corrib su un piacevole sentiero intervallato da piccoli ponti in pietra sbuchiamo di fronte alla maestosa "Galway Catedral". Costruita solo nel 1965 e' un capolavoro di architettura, e al suo interno si puo' inoltre ammirare ed ascoltare un bellissimo organo. Decidiamo di prend

ere un po' di riposo dai luoghi sacri, numerosissimi in tutta l'Irlanda, e entriamo al Galway City Museum dove ci possiamo fare un'idea della storia della citta' dalla sua fondazione ad oggi.

Una gita a Galway non puo' prescindere da un pasto consumato da Mc Donagh's, un irlandesissimo fast food che propone diversi tipi di pesce fritto. Nel pomeriggio optiamo per una tranquilla passeggiata, costeggiamo l'oceano su immensi prati verdi alle porte della citta', e per un paio d'ore respiriamo "aria buona" (e raccogliamo conchiglie). Passiamo sotto al celebre "Spanish Arch" costruito nel 1500, l'ultimo segmento rimasto delle antiche mura medievali.

Prendiamo la strada per l'hotel, considerato che l'orario del nostro pullman per Cork si sta avvicinando. Non siamo riusciti ad assaggiare la birra tipica di Galway, la Hooker.

Saverio e Finita

NOTE

1 - Ad oggi Galway conta 72.000 sono gli abitanti, e l'espansione urbanistica e' visibilissima


2 - Dopo aver battuto gli irlandesi, Cromwell utilizzò la chiesa come stalla, rovinando alcuni bassorilievi di pregevole fattura. Oggi, al suo interno si trovano i vessilli militari di alcune divisioni di combattenti di Galway che si opposero agli inglesi.


3 - Hooker in slang vuol dire "Prostituta". Quindi se qualcuno vi guarda stranito quando ne chiedete una al bancone, precisate che volete solo una birra. Ovviamente, la birra in questione non prende il nome dal mestiere più antico del mondo ma dalle imbarcazioni tipiche usate dai pescatori di Galway.

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