Che la passione giovanile per la pornografia abbia raggiunto livelli leggendari è ormai dato certo. Basta tenere di conto che fra i primi 20 siti internet più cliccati, una decina abbondante contiene materiale pornografico di ogni sorta.
Nulla di strano, o quantomeno nulla di perverso: se i nostri genitori avessero avuto a disposizione questo genere di tecnologie, nell’età della maggiore esuberanza ormonale, anche loro avrebbero fuso i PC dietro alla giovannona coscialunga di turno.
Altra passione senza tempo è quella del “rewind”. Lo cantava anche Vasco Rossi, qualche anno fa. E’ la pratica sempre più comune di riprendere le proprie prodezze sessuali con una telecamera o un telefonino. Anche qui, niente di strano: i benestanti di ogni epoca, soprattutto dal ‘700 fino all’invenzione della telecamera, installavano uno specchio sul soffitto della camera da letto per “guardarsi” mentre esibivano le loro qualità di amatori.
Ciò che invece è non soltanto sospetto, ma anche infame, è che certi “prodotti” diventano sempre più spesso arma di ricatto o vendetta per coppie scoppiate. Piattaforme di condivisione video, difficili da perseguire legalmente, mettono a disposizione tutti gli strumenti che permettono ad un "ex" vigliacco e pervertito di vendicarsi del torto subito.
Un articolo di qualche giorno fa, uscito sulla pagina on line di Libero e firmato Albina Perri, raccontava di una ragazza trentenne che, mollato il ragazzo, si è ritrovata ripresa nel bel mezzo dell’atto sessuale in un video di parecchi minuti, pubblicato sulla celebre piattaforma pornografica Youporn, “sbattuta tra La Vacca del Manzo e Anna col Cetriolo”. Inutili i tentativi di rimuovere il video: la procura non ha potuto perseguire i titolari del sito, che ha sede in un'isola tropicale, i cui nomi non sono rintracciabili.
Nello stesso articolo si raccontava la storia di una sedicenne, convinta dall’allora fidanzato a immortalare quello che pensava essere un atto d’amore, e che invece rappresentò il primo video amatoriale “cliccato, sudato, sbavato da milioni di italiani”.
Inutile ribadire la schifezza di certa gente, ovviamente. E anche questa non è una novità, perché i maiali, gli infami ed i pervertiti sono sempre esistiti. Solo che adesso hanno la possibilità di fare del male dieci, cento, mille volte di più. Il World Wide Web è uno spazio vasto quanto contraddittorio: se grazie ad esso le idee e le notizie hanno potuto circolare in tutto il mondo, abbattendo le tradizionali barriere (economiche e politiche) dell’informazione, dall’altro hanno messo in mano a persone di indubbia immoralità gli strumenti per moltiplicare la loro malvagità.
Già in questi mesi alla Camera si discute di una proposta di legge per la regolamentazione del Web. La politica, tradizionalmente vecchia, e quindi lontana dalle innovazioni tecnologiche, comincia adesso a capire le potenzialità di internet. Il rischio è che, insieme alla persecuzione di cattiverie come quelle che ho sopra descritto, il perbenismo politico finisca per condannare a morte la rete come la conosciamo noi, quella di “youtube media libero”, dei blog, del libero scambio di software e informazioni.
E’ notizia di qualche giorno fa, a proposito di Youtube, che il celebre sito di condivisione video dovrà pagare le Royalties per ogni canzone protetta da copyright presente nel suo database.
La questione che emerge quindi non è da poco:
"permettere alla politica di “governare” la rete, o lasciarla nella (quasi) anarchia attuale, pur con i limiti (anche grossi) che questo comporta?"
A noi, e non ai posteri, l’ardua sentenza.
Clearco
Ragazzi,
RispondiEliminastate facendo davvero un buon lavoro!
Avanti così!
Valerio
Grazie Caro!
RispondiElimina