Vi siete mai chiesti i motivi per i quali la crescita economica della Cina mantiene ormai da anni livelli altissimi? E secondo voi, questa crescita comporta anche un miglioramento generale del livello di vita del popolo cinese?
La risposta alla seconda domanda è scontata: il popolo rimane povero mentre ad arricchirsi è una piccola minoranza.
Vabbè, sai che novità.
Siamo abituati a vedere crescere le differenze tra i ricchi e i poveri della terra.
Anche alla prima domanda potrei darvi una risposta: la grande crescita cinese è dovuta in buona parte al lavoro forzato nei complessi industriali costruiti dal governo nei campi di concentramento, e dati in gestione a colossi privati allineati con la politica del governo centrale.

Campi di concentramento nella Cina capital-comunista partner di tutte le democrazie? Ebbene sì. Mentre "l'informazione libera dell'occidente" continua a tartassarci con i campi di concentramento tedeschi e (poche volte a dir la verità) russi, in Cina ve ne sono ad oggi migliaia.
Ripeto per risultare più chiaro.
In Germania i campi di concentramento sono vecchi di 65 anni, in Russia di 20 anni, in Cina nel terzo millennio decine di migliaia di persone vengono condannate ai lavori forzati.
Questi campi, chiamati Laogai e inaugurati nel 1950 (ma non era il periodo in cui il mondo si liberava da ogni tipo di oppressione?!?), hanno un doppio scopo: da una parte forniscono un'inesauribile forza lavoro a costo zero, dall'altra attuano "la riforma del pensiero" del detenuto attraverso l'indrottinamento politico mirato a creare una nuova persona "socialista".

In questi campi, ovviamente, non finiscono solo criminali comuni, ma anche (come dimostrano ricerche di molte associazioni quali per esempio Amnesty International o Laogai Research Foundation) religiosi delle confessioni non accettate dal regime, oppositori politici, dissidenti.
Come già detto i Laogai rappresentano una grandissima risorsa per la Cina: se un tempo venivano prodotti articoli di facile realizzazione destinati al mercato interno, oggi si produce di tutto, coprendo ogni settore. Si va dalla produzione di fotocopiatrici e DVD sino a quella di computer, passando poi ai giocattoli, calzature, vestiti contraffatti, ecc. Secondo la Laogai Research Foundation il paese dell'Unione Europea più danneggiato da questa concorrenza sleale è l'Italia, colpita soprattutto nel settore tessile, nella produzione di calzature e nell'industria di mobili. Lascio a voi i commenti in merito...

A questo punto sorge spontanea una domanda:
perchè nessuno parla di questi Laogai?
Semplicemente perchè, oltre al regime cinese, traggono moltissimi vantaggi economici tutte le più grandi multinazionali del mondo che, nonostante abbiano piena coscienza delle condizioni inumane di lavoro, sono incentivate ad investirvi direttamente: pratica ben sostenuta dal governo di Pechino per "attrarre capitali", capito un pò come? E' quindi questo il motivo per cui autorità politiche e economiche continuano a collaborare con la Cina, per cui i mass media presentano l'immagine di una Cina in crescita economica e sociale, alimentando una sorta di consenso e approvazione tra chi è all'oscuro della situazione reale.
Inoltre sono diverse le posizioni di chi, pur non negando questo sistema infernale che caratterizza l'economia cinese, vuole giustificarlo: taluni affermano che senza gli investimenti delle democrazie occidentali i lavoratori-schiavi non avrebbero neppure i pochi diritti e compensi (ovvero dormire sulla pietra e mangiare un mezzo piatto di riso, MAH!) che ora hanno, altri sostengono che questa partnership con la Cina aiuti le famiglie occidentali ad arrivare a fine mese, agevolate dai bassi prezzi dei prodotti.

La prima posizione è piena di contraddizioni: i fautori della democrazia, del progressismo e delle libertà incondizionate dovrebbero a prescindere schierarsi contro un regime che viola ogni diritto umano, che sfrutta i lavoratori, che non permette nessun tipo di critica o opposizione;
La seconda tesi è facilmente contestabile: una delle cause della crisi dei nostri paesi è proprio la concorrenza sleale cinese, che comporta fallimenti e delocalizzazioni, che tradotti significano casse integrazioni o ancor peggio disoccupazioni. La filastrocca del libero mercato ci dice che i prezzi più bassi migliorano le nostre condizioni di vita, ma chi di voi è disposto ad accettare prezzi più bassi e allo stesso tempo perdere il proprio lavoro perchè delocalizzato in Cina o in altri paesi? Per concludere vorrei porvi una domanda:
"come mai le autorità politiche internazionali sanzionano paesi quali Iran e Iraq, rei di non rispettare i diritti fondamentali dell'uomo, mentre non prendono posizioni ferme e decise contro la Cina? Sarà forse che la "moderna politica" è ormai assoggettata alla finanza?"
"i politici sono i camerieri dei banchieri"?

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