venerdì 2 marzo 2012

Giovanni Papini: elogio al pensiero in movimento

Firenze, città in cui visse una delle menti più lucide del 900 , capace di dare vita a un progetto editoriale che mutò considerevolmente le angolature dell’epoca. Rispecchio di un’Italia che fu esempio di forza e determinazione.

Facilitare il traghettamento di un pensiero filosofico a reale richiede esercizio. Esclusi i conflitti interiori tra le molteplici genialità fiorentine, perdura un’impronta che va oltre la letteratura del 900. E’ necessario oggi comprendere quanto gli scritti di G. Papini furono considerati opere minori dall’intellettualismo dell’epoca , ma bensì , contributi eccezionali che valicano ogni congettura storico-letteraria. Di certo, l’ avventura del " Leonardo" arricchì l’animosità e i conflitti tra le grandi firme della rivista, antagonisti e colleghi spesso e volentieri in discordanza tra loro a corrente alterna.

Possiamo definirlo un periodo d’avanguardia dai retroscena scoppiettanti e innovativi. Non era certo difficile notare in una Firenze dal 1907 al 1943/48 in pieno fermento culturale, uno stuolo di persone camminare animosamente tra via Giusti e viale Mazzini , parlottando a gran voce . Riflessioni fragorose che contornavano Papini, sull’interpretazione dei pensieri e delle opere di Bergson , di Nietzsche e di James. Senza farsi certo mancare svariate analisi sulla politica economica dell’epoca e delle risorse dell’industria italiana parcellizzate poco equamente nelle province italiane di allora , vedendo nascere un assetto socio-economico e territoriale italiano a tre velocità diverse. Lungimiranza di anni a seguire e di tutte quelle particolarità del boom economico , anticipandone con sagacia i primi vagiti e le sue divergenze.

Un elogio al pensiero in movimento e alla consapevolezza della cultura italiana impressa su carta stampata , unico mezzo in quegli anni per la diffusione di proponimenti dalle dinamica evoluzioni. E’ utile sottolineare la messa al bando della testata da parte dell’allora nomenclatura intellettuale , assuefatta da una concezione ermetica visibile ancora oggi , grazie ad alcune componenti culturali che rivendicarono incessabilmente un primato altezzoso.

Papini fu uno dei più grandi interpreti della letteratura italiana, autentico patrimonio di inestimabile valore italiano ed europeo, esempio concreto e tangibile , contrariamente ad alcuni pareri contraddittori di eterea inconsistenza. Firenze rendeva grande l’Italia consegnandoci uno spaccato spazio-temporale ricco di contenuti e spunti mai banali. Vulgate e interscambi tra Papini e Prezzolini forniscono interessantissimi spunti su idee e progetti razionali , non classificabili nel novero dei semplici dibattiti tra due intellettuali. Emerge un’indole di Papini del tutto estranea all’accettazione di una vita comune. La vita da insegnante di lingua italiana all’Istituto inglese a inizio 1900 intervallata con la sua seconda attività iniziata nel 1902 come bibliotecario al Museo di Antropologia, gli andava stretta. Ecco allora l’invenzione di leonardiana fattura grazie al frutto della collaborazione con Giovanni Costretti e Adolfo de Karolis, ( amico di D’Annunzio ) dando vita all’autorevole "Il Leonardo". Papini completò il capolavoro editoriale il 10 novembre 1902 , mandando una cartolina a Prezzolini in visita a Parigi in uno dei suoi innumerevoli viaggi in Francia , attingendo a piene mani dal suo incredibile talento. Come lo definì lo stesso Papini , “ un giornale di vita e di battaglia , un’esperienza di uomini e superuomini.

Una guida quella di Papini libera e forte , scegliendo con minuziosità tutti i collaboratori della rivista , reperendoli dall’universo artistico , musicale, letterario e persino pittorico, elettrizzati dalle letture di Nietzsche e D’annunzio. A Palazzo Davanzati in via della Porta Rossa n 9 , il 4 gennaio 1903 , fu redatto il primo numero di un periodico capace di mutare radicalmente la prospettiva , creando , fornendo suggerimenti , mai letti ed elaborati prima. Una potenza creativa tutta italiana e fiorentina , a suo modo precorritrice , delle maggiori opere della letteratura italiana ricollocate all’interno dell’itinerario novecentesco.

Come abbiamo avuto modo di vedere , un uomo e la sua volontà nell’agguantare il proprio destino , con forza e ardore , come pochi pensatori sono riusciti a fare. Nelle righe e nei contenuti del “Leonardo “ non hanno avuto spazio i sogni. Gioia e bellezza di chi dedica e prende senza riserve.

Francesco



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