"Camerati si ricomincia. Siamo gli stessi del '21" Alessandro Pavolini
La Repubblica Sociale Italiana rappresenta il messaggio completo e assoluto lasciato alle future generazioni dagli autori di un capolavoro di 20 anni, dai protagonisti del regime Fascista, da chi aveva servito con corpo ed anima l'Italia:

-dall'altra la grande spinta sociale -palesata dalla carta di Verona del 14 Novembre 1943: concretizzazione di una lotta unilaterale contro tutte le internazionali del potere (da quelle economiche-finanziarie a quella politiche, finanche quelle religiose), spinte tendenti alla subordinazione del privato al pubblico, concezione del lavoro come base e fondamento della Repubblica, sublimazione e superamento della dialettica servo-padrone, socializzazione delle imprese, garanzia e tutela della proprietà privata ma solo se indirizzata a funzione sociale, diritto alla proprietà della casa.
A 67 anni dalla fondazione, ciò che ancora vive, ciò che arde nel ricordo della Repubblica Sociale, ciò che regna imperituro nell’Idea che la Repubblica ha incarnato e sostanziato, è un qualcosa di cui l’Italia sente la mancanza.

Nonostante l’epurazione, nonostante il tentativo di infangarne la memoria, nonostante le mistificazioni storiche dell’egemonia post-fascista, nonostante l’opera di smantellamento delle più lungimiranti delle riforme socializzatrici e delle più perspicaci idee di Stato, nonostante tutto ciò, l’Idea della Repubblica Sociale è più viva che mai.
Per questo noi oggi ricordiamo l'unica Repubblica Sociale e Italiana, l'unica repubblica Libera e Sovrana, la Repubblica consacrata col Sangue e con l'Onore, con la Fedeltà dei suoi figli.
Per questo noi onoriamo chi ha lottato "per un'altra Repubblica".
Renato - Tommaso
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